presentati oggi i bozzetti dei carri di carnevale 2012. Di seguito le immagini con la descrizione preparata dai rispettivi carristi.
In questo mondo contempliamo i fiori sotto l’inferno di Alessandro Avanzini
Il carro, che prende il titolo da una poesia di Issa, si concentra sul rapporto uomo-natura: da un lato la scienza, la tecnica ed i “consumi” con i suoi impatti sempre più devastanti sull’ambiente naturale, dall’altro le “forze” della natura indifferenti al destino in senso ontologico, dell’umanità.
Il richiamo nel progetto agli elementi dello stile e della cultura giapponese, nasce dagli eventi spettacolari e insieme drammatici del catastrofico tsunami che ha colpito, nel marzo del 2011, il Giappone.
L’energia sotterranea, i monoliti e il mostro di pietra neri, squarciano la crosta terrestre, danno origine alla gigantesca onda che colpendo sommerge il torii (simbolo dello shintoismo che proprio nello “spirito” degli elementi naturali trova il suo fondamento).
Sono tre gli elementi che ispirano il progetto del carro: haiku, kami e torii
· L’Haiku– una forma poetica molto tradizionale e popolare della cultura giapponese che ha avuto anche una larga influenza nella letteratura occidentale. Soggetto dell’haiku sono scene rapide ed intense che rappresentano, in genere, la natura.
·I Kami sono le forze della natura. Secondo la teologia scintoista, si può affermare che ogni cosa sia un Kami, da ogni singola molecola dell’universo, ai corpi complessi, ad una roccia, ad un albero, ad una cascata, alla Luna. Ogni entità, sia essa vivente o non vivente, è una manifestazione di un Kami ed è essa stessa un Kami, in quanto le essenze spirituali sono immanenti.
·Torii, è il tradizionale portale d’acceso giapponese che introduce ad un JinJa (santuario scintoista) o più semplicemente, ad un’area sacra
“2012. Un solo futuro, il passato.” di Massimo Breschi
L’inarrestabile processo di autodistruzione dell’umanità non conosce ostacoli, il desiderio di prevaricazione degli esseri viventi contro i propri simili origina odio e violenza, la sfrenata ricerca del profitto alimenta conflitti armati e terrorismo, l’egoismo degli uomini contro la natura è la tragica conseguenza dei catastrofici disastri ambientali che devastano la Terra.
Dalle origini dell’Universo niente è cambiato, nell’era preistorica dominava il tirannosauro che seminava terrore divorando le razze più deboli, l’era moderna è deturpata dall’agghiacciante crudeltà dell’essere umano che, accecato dall’ingordigia di potere, origina ovunque devastazione, morte e sofferenza.
Quella dei dinosauri fu la più grande estinzione di massa della storia e la bestialità tirannica del grande predatore giurassico è lo specchio di una società attanagliata dalle guerre e dilaniata dal terrorismo, una società violenta e crudele dove l’odio degli esseri umani contro se stessi e contro la natura, rende inarrestabile la terrificante apocalisse del Pianeta Terra e rischia di trasformare il terzo Millennio nell’era della fine del Mondo.
Delafia….va a finì che la colpa è dei Maya con la loro profezia!!!
Il fantasma dell’Opera di Gionata Francesconi
Questo Universo fantastico e mostruoso dove lo spirito del “FANTASMA dell’OPERA” pare sia l’unico spettatore che si presenta come l’ultimo isperato
grido di spavento di un uomo di fronte al VUOTO DEL MONDO e All’approssimarsi della morte.
Lo spirito si ritira in una Cella disadorna E si circonda di Immagini spaventose e allucinanti Con lo scopo di avere sotto gli occhi Il ricordo di quella terribile convinzione Che sembra aver fatto Definitivamente propria: IL MONDO APPARTIENE A SATANA.
SATANA è l’assurdità, l’incoerenza, la follia, il gusto morboso del MALE e del brutto. Il personaggio mostra la Malvagità dell’uomo dove nessuna forza benefica Gli tenderà la mano per Trarlo fuori dall’ABISSO.
Il male lo opprime sotto forma di presenza benefica
Gli tenderà la mano per Trarlo fuori dall’ABISSO.
Il male lo opprime sotto forma di presenze orride,
da qualsiasi parte egli si volga,
vede solo folli, brutti, sadici, fantasmi.
Nessun bagliore di speranza, nessun raggio di bellezza.
L’inferno si è racchiuso intorno a lui.
Se, adesso, la deformazione, la perversione e la mostruosità sono presenti, lo sono per rendere la nostra natura in una immagine nitida, calda e dorata,
che in un certo suo qual modo emana speranza per la fine di un viaggio nella disperazione.
Santo Subito di Gilbert Lebigre e Corinne Roger
Anno domini MXVCLIIXIIX circa
Dietro un muro di cardinali, funestati da un feroce vento di cambiamento, appare sopra una nuvoletta divina: lui, il Silvio, coronato da un’aureola beata.
Finalmente, al concludersi dei suoi quasi 20 anni di politica, è arrivato il giorno del processo, e sappiamo tutti di quale processo si tratta: non potrebbe essere altri che il processo di beatificazione.
Grande giubilo fra i suoi cardinal maggiori, iniziano le celebrazioni.
L’elenco dei miracoli è ormai noto a tutti, ponti sullo stretto, ricostruzioni
miracolose di città devastate dalle intemperie e di impalcature facciali, ricrescita miracolosa di peluria capillare,moltiplicazione di corpi voluttuosi ad inebriare e dar giubilo al paese, per non parlare delle sue capacità di camminare sulle acque, di curare con la voce gli ammalati e di far sorgere il sole alla mattina, solo alcuni degli elementi che assommati al famigerato odore di santità hanno reso possibile la beatificazione Silvio l’Italia ti celebra, ti fa santo e ti venera: porteremo a spalle le sacre reliquie, il
duomo simbolo del martirio, la bandana che raccolse tanti pensieri fecondi e puri, la penna che suggellò le promesse tanto care al popolo, la tua prima giacca da cantante, quando anche allora facevi commuovere le signore di una certa età, per non dimenticarci dell’inseparabile fondotinta, miracoloso unguento che tante volte coperse i tuoi crucci.
Silvio il giorno è arrivato, inebriati di incenso, cantiamo in coro il nuovo inno di gioia: SANTO SUBITO (…santo ora) !!
Grandeur di Simone Politi e Priscilla Borri
La Grandeur, o meglio Sarkozy alla ricerca de la grandeur perduta.
Sono questi titolo e sottotitolo dell’allegoria tutta dedicata al Presidente della Repubblica di Francia Nicolas Sarkozy alle prese con le ultime mosse in politica estera e con il calo di popolarità in Patria nei confronti dei rivali nella corsa all’Eliseo, che si concluderà proprio nel 2012.
E così come un novello Napoleone, rispolverandone divisa, piglio e carattere, il Presidente lancia la sfida in Africa e nel Mediterraneo per riconquistarsi un… posto al sole.
Assiso su un cavallo bianco mette in campo il suo spiegamento militare per la
cacciata del dittatore libico Gheddafi, in nome della libertà e della democrazia, come se avesse una missione universale da portare a termine.
In realtà il sospetto è che non siano preoccupazioni umanitarie a
motivare i piani francesi di Monsieur le President, ma l’ambizione di protagonismo in un’area strategicamente importante e ricchissima di petrolio.
Sarkosy l’attivista, l’americano, rielaborando il pensiero cartesiano in: “intervengo quindi esisto”, come osservano molti analisti internazionali, pensa che i francesi siano contenti quando vedono piantare la loro bandiera da qualche parte, quando i soldati partono.
In realtà la vera prova non sarà nel campo di battaglia, ma nel segreto dell’urna
Ma dov’è questa crisi? di Fabrizio Galli
“La crisi non esiste è una invenzione”
“Bisogna essere ottimisti, l’Italia ha i conti a posto”
“Le nostre banche sono solide come i risparmi delle nostre famiglie”
Ammaliato e coccolato dalle sue “Sirene” dell’isola di Bunga Bunga
Silvio Berlusconi ha continuato per anni nelle sue farneticazioni Deliranti, raccontandoci le novelle più disparate.
Di tutte queste certamente la più incredibile è stata la negazione
Sistematica della crisi economica mondiale che ci sta attraversando.
Mentre lui se la spassa alla faccia di tutto e di tutti
Alle sua spalle incombe il disastro.
Il Titanic dell’Europa barcolla pericolosamente e urtando L’Iceberg del Debito Pubblico sta per inabissarsi da un momento all’altro.
In ordine di sventura i leader della Grecia, dell’Irlanda, del Portogallo,della Spagna sono aggrappati ai leader più forti della Francia e della Germania che tentano disperatamente di salvarli.
Dietro al Titanic emerge una figura imponente il nuovo presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi un italiano alla guida di una delle banche più importanti del mondo.
Su di lui sono riposte le speranze di molti paesi per risolvere questa grave crisi mondiale.
SuperMario avrà sicuramente per il suo paese un occhio di riguardo ed è per questo che al suo acerrimo nemico Tremonti gli grida: “ Giulio che stai combinando non vedi come hai ridotto l’Italia”
L’Italia agonizzante ma no doma fa i debiti scongiuri mentre Umberto Bossi in odore di secessione e approfittando del caos sottostante tenta di darle il colpo di grazia.
Scacco Matto di Carlo Lombardi
Il Carro per l’edizione 2012 del Carnevale di Viareggio dal titolo “ Scacco Matto” affronta la complessa e talvolta ridicola situazione politica del nostro
Premier Silvio Berlusconi.
Il campo sul quale il Nostro Silvio dovrà affrontare anche questa
“battaglia di cartapesta” sarà un’enorme scacchiera dove al centro, il premier troneggerà con le vesti di Re Sole su di un trono completamente d’oro.
Purtroppo per lui stavolta, sarà legato e sconfitto da tutti i suoi più acerrimi nemici ( pedine ed alfieri bianchi) simboli dell’opposizione e della magistratura.
Un carro di formazione classica e di satira politica, che pone in
primo piano la reale situazione di crisi che sta affliggendo il “ Silvietto nazionale”.
Non possono mancare riferimenti agli scandali “ Bunga Bunga”, al buon fedele Fede ed al suo giullare Mora, insomma un concentrato di sconfitte made in Italy.
La costruzione nella sua immediatezza, vuole rendere omaggio alla tradizione satira politica tanto cara al Carnevale viareggino, seguendo un profilo di semplicità costruttiva ma di grande impatto visivo e di elegante rifinitura stilistica.
“Rabbia” di Franco Malfatti
La rabbia, un sentimento pericoloso, prodotto dal senso della propria impotenza; come una scintilla invisibile si muove in mezzo alle nostre emozioni, pronta ad accendersi ai primi sintomi di ingiustizia e sofferenza.
Sono troppi i segnali che ci avvertono del risveglio di una sfiducia sempre crescente nei confronti di un futuro incerto e di una forte insoddisfazione del presenre, martoriato da crisi economico-politiche e gravi problemi sociali.
Per evitare l’esplosione di fenomeni di distruzione a catena, che potrebbero portare al collasso generale del sistema, sarebbe necessaria, da parte di chi detiene nelle proprie mani il potere, una potente iniezione di fiducia ed ottimismo, valido antidoto contro il contagioso morso della rabbia.
Si tratta forse di un’utopia?
“Lasciate ogni speranza voi che entrate… all’agenzia!” di Alfredo Ricci
Alzi la mano chi, anche tra i più onesti contribuenti, quando è il momento di pagare le tasse fa salti di gioia.
In questo momento poi, con i grossi problemi economici che stiamo vivendo, le famiglie faticano a far quadrare il loro bilancio e ad arrivare alla fine del mese.
Non c’è giorno in cui non si debba pagare qualcosa, le tasse sono troppe e molto spesso spropositate, rispetto al reale guadagno, di un operai, o di un datore di lavoro.
Troppe trattenute e troppi obblighi a cui far fronte, e questo continuo pagare, fa vedere agli italiani il fisco, come una sorta di sanguisuga.
Quale più ghiotta occasione, ci può essere, se non il carnevale per scherzare in modo satirico e grottesco, su chi è incaricato di riscuotere le nostre tasse: L’Agenzia delle Entrate”.
Nasce così una allegoria in cui la temuta agenzia, prende le sembianze di un
castello tetro e malandato, protetto da orribili pipistrelli che rappresentano le tasse più conosciute e purtroppo più onerose.
Intanto il fisco, sotto le sembianze di un mostruoso conte Dracula, svolazza minaccioso sopra le nostre teste, pronto a colpire rapido e inaspettato.Ma ecco come per magia che la temuta agenzia, con le sue torri e le sue rovine tenebrose scompare per lasciare spazio a una particolarissima cartina geografica dell’”Equitalia”. Piena di buchi (i debiti) come una groviera e ricoperta di topolini (la miriade di tasse cui dobbiamo far fronte) che continuano a rosicchiare anche dove ormai c’è rimasto poco o niente.
E allora è proprio il caso di dire: “Lasciate ogni speranza o voi che Entrate…..all’Agenzia”.
“Non ti curare di loro ma guarda e passa” di Roberto Vannucci
Dolcemente ispirato da un quadro di Gustav Klimt.
Mai come adesso l’albero della vita è stato in pericolo: le grandi colpe e i difetti dell’umanità stanno seccando i suoi rami, e soffocando anche gli esili germogli.
Le nuove generazioni, nate all’ombra dell’albero, rischiano la stessa terribile sorte, oppresse dall’avarizia, dall’ira,dall’invidia. Eppure, per quanto l’uomo possa ferire il mondo, non tutto è perduto: con amore e fiducia, possiamo ancora andare avanti, senza farci abbattere, e lavorare per un futuro migliore.
Che le nuove generazioni, dunque, non si facciano scoraggiare da tutto il male che c’è nel mondo, perché quella non è l’unica strada possibile; che guardino, invece, e prendano nota e si impegnino a fondo per rimediare a quelle che, dopotutto, sono le colpe di tutti noi.
Così come scrisse il grande poeta Dante nella sua opera più celebre, “ non ti curar di loro, ma guarda e passa”, noi oggi auguriamo ai nostri figli di fare altrettanto, senza farsi abbattere, e di inaugurare una nuova strada, per tutti noi.
“Phoenix” dei Fratelli Bonetti
“Fenice: un nome senza tempo che si perde nella notte celestiale dei secoli; una
stella senza età, come un mito che non vuole spegnersi.
Un simbolo che sa tanto di verità, questa è l’araba fenice, l’uccello sacro dell’antico Egitto, somigliante ad un’aquila con piumaggio vivamente colorato.
Nutrendosi di perle d’incenso, viveva 500 anni per poi ardere sul rogo e quindi rinascere dalle sue stesse ceneri più pura e più bella.
Cosa rara e quasi impossibile a trovarsi, la fenice divenne per gli scrittori cristiani il simbolo della resurrezione così come nel linguaggio popolare un qualcosa di tanto straordinario da sembrare inverosimile, una specie di portafortuna per le persone buone, un qualcosa di magico, senza età e senza tempo.
Ognuno può ritrovare in questa costruzione la propria fenice dandogli un significato strettamente personale.