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Il Carnevale come forma d’arte
Il Carnevale come forma d’arte

Il Carnevale come forma d’arte

Il Carnevale come forma d'arte

Capolavori cinematografici. Bestseller della letteratura. Dipinti celebri. In anni recenti i carri del Carnevale di Viareggio hanno attinto a piene mani dalle altre forme artistiche, citando volontariamente – ma anche inconsapevolmente – film e libri di successo.

Registi da Oscar. Nell’edizione che ha aperto i battenti due domeniche fa è soprattutto il cinema a farla da protagonista. Prendente “La mattanza”, carro di prima categoria di Carlo Lombardi: già dallo stato “larvale” di semplice disegno si rivela essere un omaggio allo squalo il film di Steven Spielberg, tanto nella locandina quanto nella realizzazione del mostro dei mari. Gionata Francesconi, artista a tutto tondo, propone invece “Urla selvagge”: in mezzo al branco di scimmie in cartapesta emerge un volto già visto. È quello di Jack Skeletron, il protagonista del cartone animato “Nightmare Before Christimas” di Tim Burton.

India e Africa. Variopinta e chiassosa, la parte posteriore del carro “Viaruggine, l’antiruggine autosbloccante” dei coniugi francesi Lebigre è un tripudio di colori psichedelici e di balli accattivanti: soprattutto, è un rimando all’arte indiana ed a Bollywood, il cinema popolare in lingua hindi. Dall’Asia all’Africa, dai Lebigre a Roberto Vannucci, campione in carica della prima categoria: il suo “Shosholoza”, incentrato sul Continente Nero, ha come colonna sonora le omonime musiche del film “Invictus” di Clint Eastwood. E quelle donne masai disposte a semicerchio sembrano essere uscite da un libro di Karen Blixen o da un reportage di Ryszard Kapuscinski.

Leonardo e Botticelli. Non solo cinema: a Viareggio sfilano anche le arti figurative. In prima categoria la coppia Simone Politi-Priscilla Borri propone “L’oro blu”, una denuncia sull’emergenza idrica: da un fiore, simbolo di speranza, esce fuori una figura femminile colorata di azzurro. È la Venere di Botticelli. Scendendo tra i carri piccoli, Emilio Cinquini si chiede in che direzione stia andando l’umanità: “Homo, quo vadis?”. Il volto del mascherone principale è una citazione del cavernicolo che compare nelle scene iniziali di “2001: Odissea nello spazio” di Kubrick, mentre alle sue spalle si erge il disegno dell’uomo vitruviano, opera di Leonardo da Vinci.

Fantascienza. Dopo il forfait della prima domenica, ha sfilato regolarmente “I viaggiatori dello spazio” dei fratelli Bonetti: il gigantesco alieno ha le stesse orecchie appuntite di Mister Spock, il celebre personaggio della serie tv “Star Trek”. Ma il premio per il carro con più citazioni spetta forse a “Rexpubblica” di Alessandro Avanzini: il teschio sotto il viso di Berlusconi spalanca le fauci e sembra di rivedere il volto della locandina del film di “The Wall” dei Pink Floyd. Una citazione anche per i figuranti: la striscia di trucco color pece all’altezza degli occhi è la stessa di Pris del cult movie “Blade Runner”, interpretata da Daryl Hannah. Film, libri e dipinti: guai a chi dice che il Carnevale non è una forma d’arte.

di Simone Pierotti, IL TIRRENO 4 marzo 2011