Icona Burlamacca caricamento
Il primo corso secondo “La Nazione”
Il primo corso secondo “La Nazione”

Il primo corso secondo “La Nazione”

Pubblichiamo il resoconto del primo corso del quotidiano LA NAZIONE:

Viareggio, 21 febbraio 2011 – Senza pietà. Ha piovuto senza pietà fin dalla mattina. E non ha mai smesso. Sempre col solito noiosissimo ritmo. Mai forte, ma mai piano. Ma la pioggia ha vinto solo a metà perché il Carnevale, a dispetto di tutto e di tutti, si è comunque svolto. Con i carri che per lo più giravano con i movimenti semiparalizzati (forse ad eccezione di quello di Fabrizio Galli, apparso già al 100%), senza mascherate di gruppo, con poche maschere isolate. A forza, sia chiaro, non si fa neanche l’aceto e per la verità quello che è andato in scena ieri è stato un corso a metà,. meno che a metà. Forse sarebbe stato meglio non farlo. Forse. Ma, per dirla con i Queen, The show must go on. E lo show ha prodotto un incasso di 100 mila euro per una stima di circa 40 mila presenze sui viali. In fondo era arrivata gente da fuori, c’erano tante comitive e quindi è stata presa la decisione di uscire pur con rischi innegabili sul fronte sicurezza delle persone a bordo e sul fronte di potenziali danni alle strutture. Danni che ci sono stati un po’ ovunque: impianti stereo andati in tilt, impianti elettrici che si sono bloccati, pezzi di cartapesta che si sono distaccati. Insomma i carristi saranno chiamati a un lavoro supplementare in questa settimana per presentare le loro opere in maniera accettabile domenica prossima per il secondo corso.

Guai per la pioggia, guai anche alla Cittadella. Come purtroppo tanti temevano già da alcuni giorni, i fratelli Bonetti non sono riusciti a completare per tempo la costruzione. A nulla sono valsi gli sforzi fatti nel cuore della notte e poi ancora ieri mattina. D’accordo con la Fondazione hanno deciso di non uscire dall’hangar. Ora rischiano una sanzione piuttosto salata, fino a 11 mila euro su cui dovrà pronunciarsi il cda della Fondazione. Hanno finito all’ultimo tuffo anche Gilbert Lebigre e Corinne Roger che hanno dato gli ultimi colpi di pennello ieri mattina. Sono arrivati sui viali a mare in tardissima mattinata e hanno sfilato con i mascheroni incellofanati per paura che l’acqua li rovinasse. In ritardo è arrivato sui viali anche Roberto Vannucci, ma non per colpe proprie: il sorteggio gli aveva imposto di uscire dopo Lebigre.

La pioggia ha costretto gli spettatori a girare con gli ombrelli aperti e soprattutto ha penalizzato le costruzioni. Molti carristi hanno ridotto al minimo i movimenti. I guai peggiori l’acqua li ha prodotti ad alcuni impianti audio, ad esempio a quello di Gionata Francesconi, a quello di Alessandrini (n.d.r. forse intendono Avanzini, perché Alessandrini i carri non li fa più da anni), a quello di Breschi.

Divisi i carristi sull’opportunità di svolgere ugualmente il corso in queste condizioni. Roberto Vannucci è il presidente dell’associazione costruttori: “Avevo detto a Santini — spiega — che non era il caso di uscire con questa pioggia. Ne va della sicurezza delle persone e della stabilità delle costruzioni”. Il fratello, Enrico Vannucci, è un’autentica furia. “Chi li ripaga adesso i danni al carro?», chiede mentre tiene in mano la zampa della sua tigre che piano piano si sta letteralmente sfaldando. Gionata Francesconi non si è messo il costume. «E questo da solo — dice il suo socio Giacomo Marsili — basta da solo a spiegare che il corso non doveva neppure iniziare. Poi è pericoloso per le persone che ballano sui carri che possono scivolare”.

E Gionata gli fa eco: “Questo non è Carnevale. Ci vuole un po’ di sole. Così non c’è gioia, non c’è allegria. E’ solo una sfilata”. Anche Alfredo Ricci polemizza: “Non dovevamo iniziare, sfilare così non ha senso”. E Franco Malfatti aggiunge: “va bene il Carnevale, ma bisogna pensare anche alla sicurezza delle gente”. Più prudente Alessandro Avanzini che dice: “Se la Fondazione ha valutato di poter fare un buon incasso, ha fatto bene; altrimenti no”.