I testi dei concorsi canori degli anni ‘900 li potete trovare in questa pagina.
I testi delle canzoni del Carnevale di Viareggio dal 1990 al 1999. Potete ascoltare i brani e leggere i testi qua sotto:
I vecchi travicelli non si vedono più…
c’è un soffitto blu
Rosse mattonelle al pavimento non hai:
è più elegante il passo sul parquet
Stoffa alle pareti costa cara, però
fodera le stanze ch’è un bijou
fresche le facciate con l’intonaco cachi…
Dove sono andate?
Son fuggite lipperlì!
Se vuoi le lezzore, lezzore
siamo noi,
chiuse nel cassetto dei pensieri tuoi
languide, subdole, siamo noi
tutte quante appiccicose!
Lezzore, lezzore siamo noi,
messe in libertà
vola di qui
vola di là
nella tua coscienza
troppo bene si sta
Datti da fa’
viemmi a cercà!
Caro “folletto”, così perfetto,
qui dove siamo non ti riesce puli’!
Lezzore, lezzore siamo noi:
tele di un ragno che fu
e dentro l’anima siamo la TV
de’ ppeccatacci che hai!
Colla cappa elettrica il puzzo non c’è:
basta fare “Click”
Comodo il termostato, fa tutto da sé:
caldo, però senza caliggine
pieni di cambiali sulla Volvo si va
ma oggi giorno tutti fan così
Compro bello nuovo un salotto “Rococò”
Cerco ma ‘un le trovo
dove sono non lo so
Se vuoi le lezzore, lezzore
siamo noi
chiuse nel cassetto dei pensieri tuoi
languide, subdole, siamo noi
tutte quante appiccicose!
Lezzore, lezzore siamo noi
messe in libertà
vola di qui,
vola di là,
nella tua coscienza
troppo bene si sta
Datti da fa’
viemmi a cercà!
Caro “folletto”, così perfetto
qui dove siamo non ti riesce puli’!
Lezzore, lezzore siamo noi:
tele di un ragno che fu
e dentro l’anima siamo la TV
de’ ppeccatacci che hai!
Vola di qui,
vola di là,
nella tua coscienza
troppo bene si sta.
Datti da fa’
viemmi a cercà!
Caro “folletto”, così perfetto
qui dove siamo non ti riesce puli’!
Lezzore, lezzore siamo noi:
tele di un ragno che fu
e dentro l’anima siamo la TV
de’ ppeccatacci che hai!
Nel mondo ed è ufficiale
che in crisi è la morale
lo dice oltre il giornale
la tivvù
Al sesso non c’è un freno,
col buco nell’ozono
perfino il mar Tirreno
è meno blu
E dunque amore
un’evasione si conviene
so di un’altra dimensione
inventiamo un’occasione
e andiam là…
Carnevalopoli! Carnevalopoli!
Là dove il vento di Maestrale
gioca con le vele
e fa la trina al mare…Oh, oh, oh!
e fa la trina al mare
dove ogni bocca non t’illude
tace ma si schiude solo per baciar
Carri dipinti dall’arcobaleno
maschera nuova e maschera che fu
la mano nella mano
in fila o in girotondo
si burlano di un mondo
che non ride più
Un fiume di tangenti
i trucchi sono tanti
non tornano più i conti
sai perché
su tutto piove a scroscio
in tutto c’è lo sfascio
e dietro l’uscio chi lo sa chi c’è
E dunque amore
un’evasione si conviene
so di un’altra dimensione
inventiamo un’occasione
e andiamo là…
Carnevalopoli! Carnevalopoli!
Là dove il vento di Maestrale
gioca con le vele
e fa la trina al mare…Oh, oh, oh!
e fa la trina al mare,
dove ogni bocca non t’illude
tace ma si schiude solo per baciar
Carri dipinti dall’arcobaleno
maschera nuova e maschera che fu
la mano nella mano
in fila o in girotondo
si burlano di un mondo
che non ride più
Carri dipinti dall’arcobaleno
maschera nuova e maschera che fu
la mano nella mano
in fila o in girotondo
si burlano di un mondo
che non ride più.
Carnevalopoli!
Darsenasciò, darsenasciò
ma che vol di’, non me lo chiede’ che ‘un no so
Ma che sarà? Che voglin fa’?
Io so soltanto che son matti, matti da lega’
En solo du’ scenette, un po’ raffazzonate
per divertissi e per bischereggia’
il molo, la pineta, la Fossa dell’Abate
i posti che ci garba racconta’
E quando s’incomincia a di’ male de’ lucchesi
possiamo continua’ anco per du’ mesi
e se voi fa’ l’attore, con noi poi già veni’i’
che un Delafia per bene basta di’.
Darsenasciò, darsenasciò
ma che vol di’, non me lo chiede che ‘un no so.
Ma che sarà? Che voglin fa’?
Io so soltanto che son matti, matti da lega’
Eccolo lì un attore, accanto c’è i’ regista
mi sembra il mi’ cugino quello là
perché è lì ‘n platea, che c’è il protagonista
che ride, lì davanti c’è tu pa’
Sarà la luce in faccia o tutta questa gente
ma son di fori e non capisco niente
ti posso di’, soltanto, che nel mi’ cuore sento
che per la vita io Viareggio avrò. (ah ah)
Ti posso di’, soltanto, che nel mi’ cuore sento…
che dentro, per sempre, Viareggio avrò
Darsenasciò, Darsenasciò, Darsenasciò…dar-se-na-sciò.
Lunga, resistente e morbida
ne paghi due, ne prendi tre
Col satellite va in orbita
pure il culetto del bebè
Che profumo quella scatola.
Mangia il prosciutto, bevi il tè
Il cervello salta e rotola
che grande cosa il fai da te
I problemi sono tanti
Tanto grigia è la realtà
Questo è un mondo di furfanti
Carnevale ride e va
Ha un suo sorriso tra i più cari
Fantasia, sincerità
sono dono tra i più rari
nell’illogica realtà
Questo è il mondo delle favole
Ma lieto fine non ce n’è
Anche la giustizia è in fregole
e te lo mette nel di diè
Col giochino ti regalano
un’avventura, il mare blu
Gli indici d’ascolto calano
se non guardiamo la tivù
I problemi sono tanti
Tanto grigia è la realtà
Questo è un mondo di furfanti
Carnevale ride e va
Ha un sorriso tra i più cari
Fantasia, sincerità
sono dono tra i più rari
nell’illogica realtà.
Quando io ti vedo in Passeggiata
in volto sembri scura
e io mi butto giù
quando poi ti invito fuori a cena
hai pronta la tua scusa
e non ne posso più
Ma bambina viareggina
che c’avrò meno di lu’
che ti parla un po’ sciograto
e ti riempie di bijoux
ma bambina viareggina
il forestiero poi va via,
mentre io son salmastroso
e ti dico delafia!!!
DI – E – ELLE – A – EFFE – I – A
DELAFIA!!! (X4)
E ora che siam giunti a Carnevale
ti voglio un po’ vedere
con quel tipino là
lui che non si vuole mascherare
c’è troppa confusione
ti dice “Lascia sta’”
Ma bambina viareggina
ce lo mandi un po’ laggiù
che ‘un capisce quel che perde
se rinuncia al nostro blu
ma bambina viareggina
il forestiero manda via
io t’aspetto lì al rione
puntuale Delafia!!!
DI – E – ELLE – A – EFFE – I – A
DELAFIA! (X4)
Oh bambina bella viareggina
la maschera regina
sei sempre e solo tu
e ora che finisce il Carnevale
ritorni un po’ normale
e non mi cachi più.
Ma bambina viareggina
non te lo ripeto più
anche se ‘un parlo sciograto
e non ti riempio di bijoux
che bambina viareggina
il forestiero poi va via
mentre io son salmastroso
e ti dico Delafia!!!
DI – E – ELLE – A – EFFE – I – A
DELAFIA! (X4)
Oh Carnevale. Oh carnevale
Noi ti vogliamo a capo del governo
risate e pagliacciate per un giorno
E siccome tutto questo
mica sempre si può fare
Carnevale, Carnevale
vieni che ogni scherzo vale, lo scherzo vale
Venghino, su, venghino signori
andiamo tutti insieme a cominciare
nel circo immaginario del potere
adesso noi possiamo lavorare
Io cambio tutto quanto, fo’ un macello
coi miei pagliacci e i miei prestigiatori
Non userò il lavaggio del cervello
per trasformare i vecchi malfattori
Oh Carnevale. Oh Carnevale
Noi ti vogliamo a capo del governo
risate e pagliacciate per un giorno.
E siccome tutto questo
mica sempre si può fare
Carnevale, Carnevale
vieni che ogni scherzo vale, lo scherzo vale
Venghino, su, venghino signori
dal mio cilindro sfilo le illusioni
Politici gregari o grandi attori
tangenti di coriandoli a milioni
Son re che regna sopra tutto il mondo
non sono come tanti ciarlatani
Le maschere già sfilano cantando
mi chiamano, mi tendono le mani
Oh Carnevale. Oh Carnevale
Noi ti vogliamo a capo del governo
risate e pagliacciate per un giorno
E siccome tutto questo
mica sempre si può fare
Carnevale, Carnevale
vieni che ogni scherzo vale, lo scherzo vale
Fino al ’30 mancava all’appello qualcosa o qualcuno alla lettera B.
Quando un giorno dall’estro maestro l’idea prende corpo: “Lo vedo così”,
Uno strano costume gli fa, bianco e rosso, diviso a metà,
sulle spalle un enorme mantello, dipinto col nero più nero che c’è
Occhio vispo e simpatico viso, diventa il sorriso di questa città.
Col curioso cappello che ha in testa, ti chiama alla festa, ti invita a ballar.
Strizza l’occhio, comincia a ammiccar, la linguaccia per burla ti fa’,
e da subito tutta Viareggio, lo ama felice per quello che fa’
È Burlamacco lui, che ride già con te.
Con lui ti puoi tuffar nel baccanal.
È Burlamacco lui, che corre già con noi.
Ti invita: vieni, vieni al Carneval.
L’apertura coll’alzabandiera, trionfo di gente col naso all’insù.
Un sorriso che sempre più sale, per prenderti in giro dall’alto lassù.
E alla prima ventata che c’è, lui fà a tutti il suo bel maramè,
pregustando la festa dei corsi, la banda che suona col triccheballà.
Coppia fissa con l’esile Ondina che allegra al suo fianco sorride di già.
Armonioso e leggiadro s’inchina, la prende a bracetto, la invita al galà.
Mascherate di mille colori, mille bande che arrivano qui
sulle note che già si rincorron, di musica allegra, che suona così.
È Burlamacco lui, che ride già con te.
Con lui ti puoi tuffar nel baccanal.
È Burlamacco lui, che corre già con noi.
Ti invita: vieni, vieni al Carneval.
Quattro giorni di folla impazzita che inneggia alla vita nel sole e nel blu. Burlamacco festoso e suadente, già chiama la gente: “Venite quaggiù”
Una pioggoa di stelle filanti, e coriandoli gialli e bordò.
Sui viali un’allegra tempesta, già scoppia la festa di suoni e color.
Dopo i balli, la musica e i fuochi, pian piano s’abbassa la luce e il rumor. Abbandonan la Piazza Mazzini, adulti e bambini, pagliacci e Pierrot.
Una punta di malinconia, che un po’ il cuore ti stringe di già.
Ma col suo contagioso sorriso, che illumina il viso ti saluterà.
È Burlamacco lui, che ride già con te.
Con lui ti puoi tuffar nel baccanal.
È Burlamacco lui, che corre già con noi.
Ti invita: vieni, vieni al Carneval.
Ma cosa succede in città
C’è gente che viene e che va,
Ci manca qualcosa di magico,
Che al cuore la gioia ridà.
È proprio da chiedersi se,
C’è anche bisogno di me!
Immagina un mondo fantastico,
Dai pensaci, su provaci,
E credi che non sarai l’unico,
la festa nascerà.
Perché non provi a indossare una maschera,
Colori la realtà.
Magari un poco ti senti ridicola, poi che felicità.
Sai pensa, un mondo di maschere,
Che importa poi l’età.
Il gusto ritrovi di ridere, la noia passerà.
In questa esaltante città,
ma che animazine che c’è.
È un volo il corteggio di maschere,
che già rende omaggio al suo re.
Il sole poi ci aiuterà,
Di questa stupenda città.
È bello creare una maschera,
Dai muoviti, su buttati,
E questa atmosfera fantastica,
Non puoi dimenticar.
Signori mi presento: Sono il polpo!
Simbolo antico dei veri viareggini
di quelli che han solcato i mari coi veri velieri;
di quelli maestri d’ascia e calafati
di quelli che una volta all’anno con la cartapesta
ti san sempre inventare a Viareggio una gran festa.
Le vedi queste braccia? Guarda qua:
son tutte le bellezze della mia città!
il sole, il nostro mare, l’argento della rena,
un volo di coriandoli, il molo quando è sera…
Sta’ attento Burlamacco, ti dono questa chiave:
ci puoi apriì un forziere, ma solo a carnevale!
Ruba i colori dell’arcobaleno,
la gioia e l’allegria perché un sogno intero,
diventi finalmente una bella realtà…
Ma solo per chi ama la mia e la tua città!
Le vedi queste braccia? Guarda qua:
son tutte le bellezze della mia città!
il sole, il nostro mare, l’argento della rena,
un volo di coriandoli, il molo quando è sera…
Quando anche il sipario
si è già chiuso ormai da un po’
e piano piano se n’è andata
via di qua tutta la gente
negli occhi miei rimane solamente
un lontano sogno che non ho
Resto qui a spazzare
per un’ora o forse più
pochi istanti ancora e vado via
pochi istanti di malinconia
ed un coriandolo da terra
si alza in volo e se ne va
No, non è che una poesia
non è che un sogno
ed un pensiero fisso
che c’è in me.
No, non c’è più fantasia
questa Viareggio sta perdendo
senza te…la magia di un re
Credo di sentire
qualche lacrima andar giù
mentre ti ricordo sulla scena
e le tu canzoni che cantavo da bimbetto
un po’ stonato, lungo il molo…
un ci sei più!
No, non è che una poesia
non è che un sogno
ed un pensiero fisso
che c’è in me
No, non c’è più fantasia
questa Viareggio sta perdendo
senza te…la magia di un re.
No, non c’è più fantasia
questa Viareggio perde la magia di un re…
saprai cantar qualche stornello in più…
dove nel blu c’è già da un po’ Picciù…
Son giunte dall’Oriente assai lontano
mille odalische piene di mister
vestite di brillanti e il barracano
nasconde il volto pieno di perché
lo vedi nel canale Burlamacca
son come stelle e fuochi artificial…
Siamo le anguille, siamo le anguille cee
e nella padella non vogliam finir
siamo le anguille, siamo le anguille cee
e nella padella purtroppo si finirà
Chi dice che provengon dalle Antille
ma i Viareggini dicon: “Son di qua”
sono nate sulla spiaggia di Levante
ed a Ponente fanno il Carneval
Ballando tutte insieme in fila indiana
il Carnevale fanno bordeggiar…
Siamo le anguille, siamo le anguille cee
e nella padella non vogliam finir
siamo le anguille, siamo le anguille cee
e nella padella purtroppo si finirà
Ariva ‘l Carnevale fra gli scogli
i ppesci en tutti ringalluzzoriti
alle trigliozze mandino l’inviti
e sguizzino la samba e ‘l cha cha cha
Un polpo darsenotto assai galante
co’ una bella ghiozzetta volteggiava
però dal’emozione tartagliava
parlava a scatti da un potenne più
“Cara ghio-zza-zza
che belle-zza-zza
questa festa illumina-tta-tta!
Chi s’ingo-zza-zza
chi s’imbu-zza-zza
e chi sta a vede’ mangia’!”
In fondo al mare davino ‘l veglione
c’era una banda sopraffina e rara
sonavino perfino la ghitara
le razze, le ceale e ‘bbaccalà.
Faceva la scontrosa la ghiozzetta
con la boccuccia tutta bronzoline
e il polpo che era un tipo molto fine
nella conversazione si buttò:
“Cara ghio-zza-zza
che belle-zza-zza
questa festa illumina-tta-tta!
Chi s’ingo-zza-zza
chi s’imbu-zza-zza
e chi sta a vede’ mangia’!”
Passò un gran capocchione co’ l’occhiali
da tutti riverito e rispettato
perché da professore immascherato
pareva che sapesse tutto lu’!
Da bravo darsenotto il nostro polpo
non lo degnò neppure d’uno sguardo
e alla ghiozzetta con un certo azzardo
disse con eleganza e savoir-faire:
“Cara ghio-zza-zza
che belle-zza-zza
questa festa illumina-tta-tta!
Chi s’ingo-zza-zza
chi s’imbu-zza-zza
e chi sta a vede’ mangia’!”
Sai…ho visto burlamacco
piangere sul molo,
io gli ho regalato il mio mantello,
gli ho impiastricciato un po’ la faccia
con i colori della mia gioventù.
Poi… gli ho dato in prestito la bici,
e lui mi ha dato tanti baci
ed i coriandoli che adesso tiro a te.
Burlamacco in bicicletta,
pedalando molto in fretta
attraversa tutta quanta la città,
con Ondina sulle spalle,
il salmastro sulla pelle,
sta annunciando che è arivato il Carneval.
Io che sono un bamboretto,
ed ho voglia di ballare,
sto sul caro non ti devi preoccupar;
da domani la lezione,
la maestra che mi stressa,
però adesso io mi gusto il Carneval.
Sai… sarebbe bello fare insieme un girotondo,
io per mano a tutti quei bambini
che sono poveri e lontani,
e che non sanno cos’è felicità.
Poi…io li vorrei quaggiù a Viareggio,
e ho già mandato Burlamacco
col biglietto che l’invita a Carneval.
Burlamacco in bicicletta,
pedalando molto in fretta
attraversa tutta quanta la città,
con Ondina sulle spalle,
il salmastro sulla pelle,
sta annunciando che è arivato il Carneval.
Io che sono un bamboretto,
ed ho voglia di ballare,
sto sul caro non ti devi preoccupar;
da domani la lezione,
la maestra che mi stressa,
però adesso io mi gusto il Carneval.
Io che sono un bamboretto,
ed ho voglia di ballare,
sto sul caro non ti devi preoccupar;
da domani la lezione,
la maestra che mi stressa,
però adesso io mi gusto il Carneval.
Da domani la lezione,
la maestra che mi stressa,
però adesso io mi gusto il Carneval.
Hai mai provato a bere
un po’ d’acqua piovana
che vien giù da Pedona
e ti risciacqua anco il maon;
hai mai provato a fare
una vita salutare,
ma ora è Carnevale
e mi vien voglia di trinca’.
E mi han detto che quaggiù a Viareggio
va di moda un curioso ballo
che la gente dimenare fa…
Largo che sta passando il ballo del Maccioni,
alzo i gomitoni,
scolo i bottiglioni,
tra sprizzini e quartini,
tra Campari e Martini
piscio in Piazza Mazzini
e po’ riparto da lì.
Largo che sta passando il ballo del Maccioni,
stiano a casa gli astemi,
i lucchesi e gli scemi,
noi si balla ai rioni
il ballo del Maccioni
piscio in Piazza Mazzini
e po’ riparto da lì.
Hai mai provato a fare
lo snob al Carnevale,
mutato da pottone
che ‘un si vole acciuccigna’;
con la cravatta al collo
ti pettini il capello,
mi pari proprio quello
che ‘un si vole divertì.
Ma se posi l’acqua e bevi il vino,
come ci ha insegnato Enrichino
vedi doppio e balli insieme a noi!
Largo che sta passando il ballo del Maccioni,
alzo i gomitoni,
scolo i bottiglioni,
tra sprizzini e quartini,
tra Campari e Martini
piscio in Piazza Mazzini
e po’ riparto da lì.
Largo che sta passando il ballo del Maccioni,
stiano a casa gli astemi,
i lucchesi e gli scemi,
noi si balla ai rioni
il ballo del Maccioni
piscio in Piazza Mazzini
e po’ riparto da lì. (X2)
Oh te…me lo fai senti’ i’ roccke della Zoria?!?
Ho adottato la Zoria
che è venuta a casa mia
poi gli ho detto delafia
qui ci vole pulizia.
Lei m’ha detto che in sulla via
ci sto meglio perché è mia
mi ci arruciolo via via
e co’ un po’ di fantasia
mi par d’esser a Bahia.
Affacciati…affacciati…
Affacciati…affacciati…
Affacciati alla finestra oh Zoria!
Ti canto una canzone tutta in “ia”
La canterà la polizia
e la scioana della mi’ zia
e chi ‘un la canta o è un lucchese o è una spia.
Ho adottato la Zoria
che è venuta a casa mia
le’ m’ha detto delafia
stavo meglio in ferrovia
cento metri dalla farmacia
dipingevo una litografia
su un vassoio della pizzeria
c’ho disegnato con la mia maestria
questa città che m’ha ospitato è bella ed ora è mia
Affacciati…affacciati…
Affacciati…affacciati…
Affacciati alla finestra oh Zoria!
Ti canto una canzone tutta in “ia”
la canteranno anche in corsia
al Tabarracci con l’anestesia
e chi ‘un la canta o è un lucchese o è una spia.
Ho adottato la Zoria
ma rifiuta casa mia
perché alla monotonia
preferisce la poesia.
Affacciati…affacciati…
Affacciati…affacciati…
Affacciati alla finestra oh Zoria!
Viareggio ti regala l’allegria
con i coriandoli e la sua follia
co’ cavalloni che ti portin via.
E noi vogliamo la Zoria Sindaco!
E noi vogliamo la Zoria Vescovo!
Comandante della Capitaneria!
Presidente della Repubblica!!!
“Oh giovanetto ‘un esageramo”
Hai ragione delafia.
Potrei essere giallo
come il sole,
potrei essere rosso
come il cuore,
potrei essere azzurro
come il mare
e la mia funzione
è di volare.
Ciao, mi chiamo coriandolo
e sono piccolo;
volo in aria ormai da un secolo,
se mi lanci io ti colpirò
sempre a salve, ti sorriderò.
Vita dura da coriandolo,
nel sacchetto in mezzo agli altri sto,
a Viareggio vi divertirò
e riempirò di gioia i vostri cuor.
Quando poi riponi il tuo cappotto,
mi ritrovi in tasca galeotto
e anche se fuori stagione
ti ricordo la canzone che fa così.
Che sia Pasqua o sia Natale,
sia Befana o il primo Aprile,
se mi vedi ti riporto a Carneval.
Potrei essere verde
come un prato,
potrei essere bianco
come quando ha nevicato,
potrei essere pure dispettoso,
potrei entrarti in bocca
o dentro il naso.
Ciao, mi chiamo coriandolo
e sono piccolo;
volo in aria ormai da un secolo,
se mi lanci io ti colpirò
sempre a salve, ti sorriderò.
Vita dura da coriandolo,
nel sacchetto in mezzo agli altri sto,
a Viareggio vi divertirò
e riempirò di gioia i vostri cuor.
Se segui lo sguardo di un bambino
che ti osserva volteggiare in cielo,
scopri come a Carnevale
sia più facile sognare, dimenticar, fantasticar,
ma stasera so cantare
questo inno al Carnevale
e ai coriandoli
che lancio addosso a te.
Se mi lanci io ti colpirò
sempre a salve, ti sorriderò.
Vita dura da coriandolo,
nel sacchetto in mezzo agli altri sto,
a Viareggio vi divertirò
e riempirò di gioia i vostri cuor.
A Viareggio vi divertirò
e riempirò di gioia i vostri cuor.
Chiuso dentro la Torre Matilde da cento anni,
mi ci chiusero quasi per sbaglio i mi’ bisnonni
e mi dissero di ‘un preoccupammi che dopo du’ giorni
mi sarebbero venuti a prende e di fidammi.
Ma io… che sono nato in via Pinciana
ed ho imparato dalla tramontana
che ‘un bisogna dispera’.
Io… che con un soffio di libeccio,
mi son tolto dall’impaccio
e son sceso giù in città.
E ho provato a cercare Viareggio in Passeggiata,
ma ho trovato soltanto il frammento di qualche facciata;
e ho provato a cercare Viareggio nel sole del molo,
ho respirato il suo salmastro e son rimasto solo.
Ed io… mi sento come uno straccale
dopo un violento temporale
sulla spiaggia da rifa’,
io… una paranza senza ormeggio,
un patino da salvataggio
che ‘un ha voglia di rema’.
Io… che sono nato pescatore, calafato o carpentiere
amo questa mia città
Io… che basta un soffio di maestrale
e un po’ di Carnevale mi par di resuscita’.
E ho provato a cercare Viareggio nella gente,
ma il sorriso di quel viareggino è un po’ diffidente,
non si fida del mondo e degli altri perché non sanno
amare questa città ed è un crudele inganno.
Ma io… che sono nato nella rena
ed ho imparato dalla luna piena
che ‘un bisogna mai molla’
perché… basta un pinuglioro anco secco,
un coriandolo, un pagliaccio
e la voglia di canta’.
Ma io… che sono nato nella rena
ed ho imparato dalla luna piena
che ‘un bisogna mai molla’
perché… basta un pinuglioro anco secco.
un coriandolo, un pagliaccio
e la “Coppa di Champagne”.
Carneval i pensieri
ti farà scordar
carneval carosello di felicità
vieni vieni qui
a Viareggio ti puoi diverti’
pensa solo a innamorarti
e liberarti dei pensieri che tu hai
la città coi suoi carri
ti rallegrerà
e se vuoi puoi restare sempre
insieme a noi
tu potrai mirar
le bellezze che trovi sul mar
pensa solo a innamorati
e liberarti dei pensieri che tu hai
questa è la vera libertà
che sa regalarti il carneval
carneval è una giostra
piena di color
carneval se ti bacia
poi ti ruba il cuor
lascia pure andar
se il cappello ti faran vola
pensa solo a innamorarti
e liberarti dei pensieri che tu hai
guarda qua coi coriandoli
tu puoi giocar
non badar se uno in bocca
poi ti volerà
vieni forza dai
per la mano ti trascinerò
pensa solo a innamorarti
e liberarti dei pensieri che tu hai
questa è la vera libertà
che sa regalarti il carneval.
Link utili
- La tabella con tutte le canzoni del Carnevale di Viareggio la puoi trovare a questo link.
- L’albo d’oro delle canzoni del Carnevale di Viareggio è riportato in questa pagina.
- I testi dei concorsi canori degli anni ‘900 li potete trovare in questa pagina.
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