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Le canzoni del Carnevale dal 2000 al 2009

Le canzoni del Carnevale dal 2000 al 2009

I testi dei Festival di Burlamacco li potete trovare in questa pagina, mentre quelli degli altri concorsi canori degli anni 2000 li potete trovare in questa pagina.

I testi delle canzoni del Carnevale di Viareggio dal 2000 al 2009. Potete ascoltare i brani e leggere i testi qua sotto:

Ricordi i nostri scherzi alla Zoria,
nessuno ci fermava, neanche la Polizia!
Ricordi quante volte abbiamo rischiato
di prendere le botte da tuo papà!

Non ci preoccupava il fatto di essere soli
contro tutti, contro il mondo w il suo messaggio di fondo.
Essere seri va bene, sì,
ma senza esagerare così.

Guardare i loro volti arrabbiati era uno spasso
e nonostante le minacce ridevamo lo stesso.
Erano burle affettuose fatte a Carnevale
dove tutto è concesso, dove tutto vale.

Carnevale da scoprire, da invidiare
certo, non lo puoi scordare
nemmeno quando piove,
per te sarà una malattia!
E se il vento forte soffia e fa tremare,
se è la folla che ti fa impazzire,
guarda il cielo
e poi con gli occhi bagnati di blu
buttati in mezzo anche tu
e scoprirai
che tutto gira di più.

Ricordi i panni stesi della Maria
raccolti di nascosto e poi portati via!
E quando la Terè faceva la maglia
che all’improvviso il filo era di un altro colore!

Com’era bello andare in Passeggiata
tra le bande ed il rumore di quella sfilata.
C’era pieno di gente a bocca aperta
che guardava con il naso all’insù.

E noi non potevamo evitare di fermarci
e toglievamo via i cappelli senza mai annoiarci.
E al resto della folla tanto entusiasta
sparavamo contro litri e litri di aranciata!

Carnevale da scoprire, da invidiare
certo, non lo puoi scordare
nemmeno quando piove,
per te sarà una malattia!
E se il vento forte soffia e fa tremare,
se è la folla che ti fa impazzire,
guarda il cielo
e poi con gli occhi bagnati di blu
buttati in mezzo anche tu,
anche tu.

Carnevale da scoprire, da invidiare
certo, non lo puoi scordare
nemmeno quando piove,
per te sarà una malattia!
Perché a Viareggio sai di poterlo fare,
se hai quel sogno da realizzare
guarda il cielo
e poi con gli occhi bagnati di blu
sali sul carro anche tu,
anche tu!

Hai mai provato a chiedere a un lucchese
se ti offre da bere,
è assai probabile che (prima)
ni si rompa il bicchiere;
per ‘un paga’ l’autostrada (i lucchesi)
fanno le curve del Quiesa
e quando sono in discesa
spengono il motor.
C’hanno i coriandoli con l’elastico
che se li tirano ni ritornino
e se il vicino fa ‘l fritto, nel fumo
c’inzuppino il pan,
il buccellato c’ha ‘l buo nel mezzo
così anco ‘l dolce sembra più grosso
e se telefonano quando chiamano
dicono: “Pronto sono io mi richiami?”
e poi buttano giù.

IO LAI, IO LAI,
Oh lucchese la spiaggia ‘un ce l’hai
“Ve la porto via a sacchetti”
sì ma tanto ‘un la poi fare in Borgo Giannotti.
IO LAI, IO LAI,
Oh lucchese il mare ‘un ce l’hai
“noi c’abbiamo Serchio il fiume”
sì ma se fai il bagno nuoti nel pattume!

Hai mai provato a chiedere a un lucchese
se viene a Carnevale,
è assai probabile che (la maschera)
‘un se la voglia comprare;
comunque passa il monte
e poi viene a sfilare
e se ni chiedi “Da che sei vestito?”
“Son mascherato da civile”.
Al mare vanno a spiaggia libera
con il mangiare al sacco nella macchina
con l’ombrellone che spunta,
la carnagione smunta,
“hai visto cavallo testa?”;
e poi risparmiano anco sull’articolo
e ‘un son contenti se ‘un economizzano
e se ni dai del tirchio
ti diono scialon.

IO LAI, IO LAI,
la Passeggiata ‘un ce l’hai,
“Noi c’abbiamo via Fillungo”,
sì ma se c’è grimo ‘un ci sta ritto un fungo.
IO LAI, IO LAI,
il Carnevale ‘un ce l’hai
“Noi sfiliamo in processione”
sì ma il Volto Santo ‘un è mia un mascherone!

“Viareggino noi ‘un siam mia tirati,
siete voi che siete sciagurati,
fate i soldi a son di fa’ i bagnini
po’ d’inverno ne spendete di quattrini.”
Oh popò di tirchio di un lucchese
tutto il tu’ guadagno a fine mese
va a fina’ in soffitta rimpiattato
e anco ‘l gatto co’ tuoi avanzi è dimagrito!

Hai mai provato a chiedere a un lucchese…
….se ti offre da bere…(“’un te lo vo offrì…hai inteso…nooo t’ho detto di no”),
hai mai provato a un lucchese
…se ti offre da bere…(“’un ti rispondo neanche….così risparmio il fiato”),
hai mai provato a chiedere a un lucchese (“ti ho detto di no”)
….se ti offre da bere…(“non ci penso neanco…’un te lo vo offrì…”)
“te la ha offrì…ma si va alla fontana!”

Folti peli sulle braccia
e mi manca un po’ di grazia,
c’ho du’ borse sotto l’occhi,
ne’ capelli c’ho ‘pidocchi,
il maglione su’ calzoni
e le ciucce ciondoloni
e se mi girino i coglioni
tiro un moccolo così.
E’ pelosa anco l’ascella,
c’ha l’odore di cipolla
e mi metto, guarda caso,
anche le dita nel naso,
c’ho la macchina truccata
con lo spoiler e tendina
i cerchioni grossi in lega
e una musica da sega.

Io che sono una Muchera
e ti sembro forestiera,
ballo come una pantera
se mi vedi verso sera;
io non sono una Muchera,
sono nata al Varignan,
se mi vedi di mattina
ti ci vole il Lexotan.

Metto sempre il perizoma
che si infila nella chiappa,
ma per toglierlo e trovarlo
ho bisogno della mappa,
me ne infischio delle diete
mangio tante cioccolate
poi mi vien la cellulite
e i ‘bubboni da strizzà.
Qualche volta faccio un rutto,
ma non manco di rispetto,
perché il rutto mi vien lungo,
sembra quasi un do di petto,
poi mi infilo i calzettoni
e ascolto dischi di Baglioni,
specialmente quando dice
“Passerona non andà via”.

Io che sono una Muchera
e ti ballo da spagnola
dentro questa discoteca
con la luce che t’acceca,
io non sono una Muchera,
sono nata al Varignan,
se mi vedi di mattina
devi andare a vomita’.

Io non sono una Muchera
e voglio essere sincera,
con il trucco e minigonna
c’è l’inganno nella donna,
la mattina appena sveglie
neanche un miope ci sceglie,
ma la sera attegamate
ti sembriamo de’ topon.
Io che sono una muchera
molto mucca e poco era.

Un giorno un bel Pierrot
stufo del casino del mondo
decise di partire per il mare;
la lacrima asciugò
e in sella al suo fidato delfino
raggiunse a Viareggio il Carnevale.
Abbandonò la città
coi rumori di clacson, di pubblicità,
con allarmi impazziti, telefoni e voci
che urlano l’infelicità.

E’ la voce del mare, è la voce del mare
oscura il cellulare,
il rombo di un motore
ed il televisore;
è la voce del mare
che riscopre il valore
del signor silenzio
in un mondo rumore.

Un delfino che salta, un Pierrot lo cavalca
un’onda lunga atterra sulla spiaggia;
è la voce del mare, eterno fragore,
ad ogni onda scrive una canzone
ogni onda canta un’emozione.

Abbandonò la città
coi rumori di clacson, di pubblicità,
con allarmi impazziti, telefoni e voci
che urlano l’infelicità.

E’ la voce del mare, è la voce del mare
oscura il cellulare,
il rombo di un motore
ed il televisore;
è la voce del mare
che riscopre il valore
del signor silenzio
in un mondo rumore. (X2)

Un delfino che salta, un Pierrot lo cavalca
un’onda lunga atterra sulla spiaggia;
è la voce del mare, eterno fragore,
ad ogni onda scrive una canzone
ogni onda canta un’emozione.
Ogni onda canta un’emozione.

E’ la voce del mare
e la puoi sentire dentro una conchiglia
anche se non c’è il mare.

I giornali dicono bugie,
meglio allora farci un mascherone,
prendi un po’ di colla,
metti la carta a calco
e colora con la fantasia;
poi con la maestria dei calafati
sega e inchioda tavole di legno,
chiappa cento ragazzi
con in mano cento pennacchi,
cento cuori salmastrosi fanno “Urrà!”.


Ma ‘un lo vedi che passa il carro,
muove gli occhi, ti viene addosso,
poi si gira su se stesso e fa un inchino;
i coriandoli dall’alto volan fino sulla spiaggia
ed un colpo di cannone dà inizio ad una danza
e a Viareggio comincia un nuovo Carneval.

Dopo mesi di lavorazione
si aprono le porte al baraccone,
pare un po’ abbracchito,
questo carro è un po’ po’ sciapito,
primo corso prova general.
In Piazza Mazzini è confusione,
grande attesa per il mascherone,
secondo, terzo corso,
con il quarto ci sono i fuochi
sopra il carro c’è la Coppa di Champagne.

Ma ‘un lo vedi che passa il carro,
muove gli occhi, ti viene addosso,
poi si gira su se stesso e fa un inchino;
i coriandoli dall’alto volan fino sulla spiaggia
ed un colpo di cannone dà inizio ad una danza
e a Viareggio comincia un nuovo Carneval.


E sopra il carro c’è una maschera che sa
donare al carro tutta la vitalità;
ballando fino alla mattina,
bella Viareggina,
il Carnevale hai nel DNA;
e chi ‘un è nato in questa terra non lo sa,
non può capire questa nostra libertà,
questo cantare sopra un carro,
senza classi o distinzioni,
per un giorno siamo tutti mascheroni!


E i coriandoli dall’alto volan fino sulla spiaggia
ed un colpo di cannone dà inizio ad una danza
e a Viareggio comincia un nuovo…
e a Viareggio comincia un nuovo…
e a Viareggio comincia un nuovo Carneval!!!

Com’è bello il molo sulla sera,
quando un peschereccio si allontana;
primavera e ogni viareggina
forse sogna di un amore che non c’è;
poi l’estate arriva un po’ ruffiana,
amori e asciugamani sulla rena,
mille motorini in Passeggiata
grilli e stelle nelle notti in riva al mar.

Oh, no no
a Viareggio sto,
il posto più bellissimo.
Oh, no no
a Viareggio sto,
prova a dire “delafia” con me.

Poi l’autunno inesorabilmente
ci sorprende alle spalle,
ci scolora la pelle,
vasche e noia fino al gran Dicembre
luci e pacchi in Via Battisti e “Buon Natal”.
Poi nell’aria un’atmosfera nuova,
Carnevale per noi
è come una droga                                                              
e quest’anno che maschera metto,
non importa, l’importante è saltellar.

Oh, no no
a Viareggio sto,
il posto più bellissimo.
Oh, no no
a Viareggio sto,
prova a dire “delafia” con me.

Dopo il terzo colpo di cannone
i coriandoli a terra,
calci alle lattine vuote
già finito questo carnevale,
in questa terra
un altro anno da iniziare.

Oh, no no
a Viareggio sto,
il posto più bellissimo.
Oh, no no
a Viareggio sto,
prova a dire “delafia” con me.

Bianco, il colore della pace,
rosso, il colore dell’amore,
siam vestiti a scacchi,
siamo i burlamacchi;
lungo il mantello nero nero
ed un cappello che ci veste di mistero,
siamo i burlamacchi
e non ci rompete i coglion.
E se vedete una sirena in mezzo al mar
fra poco la vedrete a riva a sculettar,
lei si chiama Ondina,
è Viareggina come noi
e se vedete una balena in mezzo al mar,
fra poco la vedrete a riva a boccheggiar,
è una lucchese che ‘un sa fa’ neanco a notà.

Ho il passaporto Viareggino
e bevo grappa whisky e vino
ed è per questo
che c’ho sempre il sorriso in su,
se perdo sangue mi riprendo
con trasfusioni di salmastro,
se perdo il filo del discorso
io ci schiocco un delafia.

Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!

Bianco, il colore della pace,
bianco, il colore della pace,
rosso, il colore dell’amore,
siam vestiti a scacchi
siamo burlamacchi;
lungo il mantello nero nero
ed un cappello che ci veste di mistero
siamo i burlamacchi
e non ci rompete i coglion.
E se vedete una sirena in mezzo al mar
fra poco la vedrete a riva a sculettar,
lei si chiama Ondina,
è Viareggina come noi
e se vedete una balena in mezzo al mar,
fra poco la vedrete a riva a boccheggiar,
è una lucchese che ‘un sa fa’ neanco a notà.

Ho il passaporto Viareggino
ed ho la fama di trombino
ed è per questo
che c’ho sempre qualcos’altro in su,
insieme a Ondina vado a letto
ed il costume mi sta stretto,
lo tolgo e poi me lo rimetto
e ci schiocco un delafia!

Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!

Ciao ragazzi! Siete Viareggini?
Sìììì!!!
Siete Viareggini davvero?
Sìììì!!!
Potta miè allora fatemelo vedè!

Bagnino
Calafato
Gabbiano
Patino
Maccioni
Moschino
Comune
Coriandoli
Carro
Venezia
Pistoia
Lucca
Tegame
Zifonare
Chiappe
Puppore
Inizia con T e finisce per A…BIP!
Egisto (mi riordo il pensiero che vola…)

Ok ragazzi,
adesso cerchiamo di farlo a modo,
ricordatevi che si parte
sempre da bagnino
e che quando dico chiappe
potete toccare quelle del vicino,
fatelo bene, potta miè!

Bagnino
Calafato
Gabbiano
Patino
Maccioni
Moschino
Comune
Coriandoli
Carro
Venezia
Pistoia
Lucca
Tegame
Zifonare
Chiappe
Puppore
Inizia con T e finisce per A…BIP!
La coppa (musica, tango, maschere a rango ecc…)

Ok ragazzi,
ora damoni a leva
perché i comandi cambiano
ogni due battute,
se riuscirete a farlo
d’ora in poi potrete giocare
anche solo con la musica
perché sarete campioni
di potta miè

Bagnino
Calafato
Gabbiano
Patino
Maccioni
Moschino
Comune
Coriandoli
Carro
Venezia
Pistoia
Lucca
Tegame
Zifonare
Chiappe
Puppore
Inizia con T e finisce per A…BIP!

Viareggini siam, viareggini (x8)

Siamo Viareggini e siamo fatti così,
tutto quello che ci piace ce l’abbiamo qui
e allora
ce l’abbiamo qui
e tutto quello che ci costa un po’ fatica
lo faremo lunedì.

Siamo Viareggini e amiamo la città
e la nostra droga è il nostro carneval
e allora
il nostro carneval
e abbiamo cromosomi pieni di coriandoli
nel nostro DNA.

Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena, fra la spiaggia e la pineta;
il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino dentro al Viareggino
che c’è in me.

Siamo Viareggini, gente semplice,
abbiamo un cuore grande e un viso complice
e abbiamo
voglia di sorridere
e mai nessuno potrà toglierci la voglia
di cantare e di ballar
perché a Viareggio da gennaio a dicembre
tutto l’anno è Carneval.

Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena,
fra spiaggia e la pineta,
il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino dentro al Viareggino
che c’è in me.

Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena, fra spiaggia e la pineta;
Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena, fra spiaggia e la pineta;
il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino dentro al Viareggino
che c’è in me.

Il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino…

Mi piace assai la donna
Ma io non piaccio a lei
E’ un anno che ci provo sai
Ma non concludo mai

Non posso uscire con Rosa
In questi giorni c’ha il ciclo
Ed è troppo nervosa
Se esco con Michela
Incontro il suo ragazzo
E arreggo la candela

A cena con Lucia
Le ho parlato di sesso
Edé scappata via
E pure con Renata
Quando l’ho baciata
Ho preso una ciaffata

Non bacio mai Samantha
Perché ha l’apparecchio
Sembra un ferramenta
E poi mi ha detto Enza
Se ti aspetto nel letto
È perché ho l’influenza

Ma per fortuna adesso
Arriva in mio soccorso
Questo Carnevale
Mi vesto da pagliaccio
Ed io con queste donne
Ci voglio far l’amore

MA ME LA DAI MA ME LA DAI MA ME LA DAI
LA MASCHERA
CHE VADO AL CARNEVAL
MA ME LA DAI LA METTO SUBITO
LA’ DOVE DEVE STAR
E VIAREGGIO E’ LA MIA COMPLICE
E NON MI PUO’ SCAPPAR
LASCIATI ANDAR QUI NEL VORTICE
DI QUESTO CARNEVAL

La brasiliana Elisa
A me mi sa che pende
Come la torre a Pisa
Anzi ne son sicuro
È proprio un bel maschiaccio
Per me la fa al muro
Ma per fortuna adesso
Arriva in mio soccorso
Questo carnevale
Mi vesto da pagliaccio
Mi bevo un bicchierotto
E inizio poi a cantare

MA ME LA DAI MA ME LA DAI MA ME LA DAI
LA MASCHERA
CHE VADO AL CARNEVAL
MA ME LA DAI LA METTO SUBITO
LA’ DOVE DEVE STAR
E VIAREGGIO E’ LA MIA COMPLICE
E NON MI PUO’ SCAPPAR
LASCIATI ANDAR QUI NEL VORTICE
DI QUESTO CARNEVAL

Sarebbe troppo bello
Se tutto l’anno fosse
Come a Carnevale
Se si pensasse sempre
Invece che alle guerre
Soltanto a far l’amore

Balla la Bella (x4)

Quando Bella balla a Carnevale
abbraccerei la giunta comunale,
abbraccerei persino
chi mi vuole molto male,
chi mi evita e non vale,
chi mi abbassa ma non sale,
chi mi cerca e non mi vuole.

Quando Bella balla a Carnevale
la mia migliore amica è la follia
e cresce in me la voglia
di quella meraviglia
che a volte rassomiglia all’anarchia,
che assomiglia alla poesia,
che assomiglia alla magia.

Quando Bella balla a Carnevale,
in mezzo agli altri sembri più normale,
un uomo, un animale, un’anima che vale
e non si sa perché
forse vale proprio perché c’è (x2).

Balla la Bella (x4)

Quando Bella balla a Carnevale
persino il vecchio Silvio non è male
e danza fra la folla insieme ad Apicella
e dà lezioni a tutti
di tango e tarantella
perché, malgrado le Cassandre
della sinistra,
lui è meglio della Bella, eh!

Quando Bella balla a Carnevale
la mia migliore amica è la follia
e cresce in me la voglia
di quella meraviglia
che a volte rassomiglia all’anarchia,
che assomiglia alla poesia,
che assomiglia alla magia.

Quando Bella balla a Carnevale
in mezzo agli altri sembri più normale,
un uomo, un animale, un’anima che vale
e non si sa perché
forse vale proprio perché c’è (x2).

Balla la Bella (x4)

Mi consenta…

Città dell’allegria,
compagna di viaggio
di questa vita mia,
o bella mi’ Viareggio
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia al tu’ mare
e alle tu’ stelle.

O grande paradiso,
di pini e di gabbiani,
di sole col sorriso
che bacia le tu’ mani,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te.

O grande arcobaleno
di cielo, monti e mari,
o “Perla del Tirèno”
donata dal Creatore,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia
al tu’ mare e alle tu’ stelle.

O bella mi’ Viareggio
dal libero penziéro,
dove c’è sempre maggio
sul molo e sul veliéro,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te.

O nido di poeti,
artisti e naviganti,
bagnini ‘nnamorati
e préti pògo santi,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia
al tu’ mare e alle tu’ stelle.

O giostra di colori,
o parco della luna,
ci fai senti’ signori
ànco senza fortuna,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te.

O matto menestrello
con il vestito a scacchi,
amante del bordello
e paese dei balocchi,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia
al tu’ mare e alle tu’ stelle.

O bella mi’ Viareggio,
o reggia di Nettuno,
‘un sò se è meglio o péggio,
ma un da’ retta a nessuno!
A giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te…

Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh
Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh

Cari amici felici e feroci
capaci e rapaci
sagaci e seguaci
Cari amici procaci e precoci
veloci e veraci
pernici e batraci
Cari amici, fenici e mariaci
coi mici e le bici
le noci e voilà

Cari amici la vera questione
E legare la scienza, l’amore e l’azion
Cari amici la vera questione
E legare la scienza, l’amore e l’azion

C’è troppa informazione
e poca verità
c’è troppa religione
e poca eternità
tanta popolazione
e poca umanità
e c’è la trasgressione
ma senza la libertà
senza la mia libertà ah ah ah ah

Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh
Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh

Cari amici mordaci e salaci
matrici e motrici
fallaci e feraci
Cari amici felici e feroci
capaci e rapaci
sagaci e seguaci
Cari amici che fate le veci,
dei veci valori del tempo che fu

Cari amici la gente è intronata
Più morta che nata non penserà più
Cari amici la gente è intronata
Più morta che nata non penserà più

C’è la legislazione
senza la civiltà
c’è la riproduzione
senza paternità
e c’è l’occupazione
senza la dignità
c’è un po’ d’autonomia
senza femminilità
senza femminilità ah ah ah ah

Patrizia lavorava all’Olivetti [oilalà]
pensava solo ai soldi e alla carriera [alla carriera]
per il computer trascurò gli affetti [oilalà]
restava sempre lì finché una sera [una sera oilalà]

Le arriva un fax le arriva un fax [fax fax]
fuori orario a lei gli arriva un fax [ai fax]
Le arriva un fax le arriva un fax (coro)
fuori orario lei ci arriva un fax (coro)

Sul foglio c’eran solo tre parole [oilalà]
un dolce e irresistibile richiamo [un bel richiamo]
un piccolo messaggio personale [oilalà]
un numero di fax e “io ti amo” [io ti amo oilalà]

Ma che bel fax ma che bel fax [fax fax]
lei è felice col suo bel fax [ai fax]
Ma che bel fax ma che bel fax (coro)
lei è felice con il suo bel fax (coro)

A quell’innamorato misterioso [oilalà]
Patrizia manda un fax e poco dopo [poco dopo]
ci fu uno scambio e un dialogo amoroso [oilalà]
con tanti disegnini di ogni tipo [di ogni tipo oilalà]

C’è chi crede nella scienza
c’è chi crede all’intuizione
c’è chi crede con speranza
all’intelletto e alla ragione
che son tutte cose giuste
cose oneste
cose buone

C’è chi crede nei neutrini
c’è
chi crede nel protone
c’è chi ha fede nelle mille particelle
proprio quelle
che son roba interessante
da studiare per il mondo
per il bene della gente

Fin quando non c’è nessuno
Fin quando non c’è nessuno

C’è chi ama l’aviazione
c’è chi è buono come il pane
c’è qualcuno che è convinto che
l’Italia sia finita dopo il Po
c’è chi crede come può

Ed il gioco il gioco E poi c’è il gioco (ad lib.)

C’è chi crede alla famiglia
c’è chi crede alla chitarra
c’è chi crede alla sua terra
c’è chi crede nella fede
nel decoro
nell’audacia

nella Bibbja e nella guerra
nella Bibbia e nella guerra

Fin quando non c’è nessuno
Fin quando non c’è nessuno

C’è chi crede ai convegni
alla logica e anche ai sogni
al bioritmo a san Francesco e poi
al cinema tedesco, alla morale
e anche a togliere il latino dalle
scuole
c’è chi crede all’egoismo, a fare
i soldi
c’è chi crede a Garibaldi
c’è chi crede ai generosi
alle scuole alberghiere ai giapponesi
all’oroscopo ai marziani alle lotte degli indiani
allo spirito dell’uomo in movimento
al Risorgimento

E il gioco il gioco E poi c’è il gioco (ad lib.)

C’è chi crede nel progresso
nei confronti di se stesso
c’è chi crede
chi si evolve
con l’esterno
che in eterno
all’interno
si risolve

E il gioco il gioco E poi c’è il gioco (ad lib.)

Il sogno, il sogno, il sogno
devo ricordarmi sogno
il piacere mi ha portato via

il sogno, il sogno, il sogno
chissà come ho perso il segno
che portava dritto a casa tua

sarà il futuro che sparava a zero
o questo tempo che non sembra vero
sarà la mente che a volte mente

amore amaro mare di Maria
non so più dove butta l’anima mia
mentre la mente semplicemente
volò via volò via

il sogno, il sogno, il sogno
non so dove ho messo il sogno
il disegno della vita mia

il sogno, il sogno, il sogno
l’ho perduto e ne ho bisogno
per guarire dalla malattia

amica avresti mica quella rosa
che ti diedi dodici anni fa
in quale libro sta ad aspettare?

sora arso raso sarò rosa
sarai sposa generosa senza posa
mentre la mente semplicemente
si riposa si riposa

nel segno del sogno
nel segno del sogno

Spesso l’amplesso ti lascia perplesso
il sesso lo stesso ti lascia di sasso
adesso se posso ti salterò addosso ragasso
che spasso!
da un lasso di tempo
non c’è via di scampo
è un lusso il sesso per noi

Ehi molla l’osso! In tasca ci ho un asso
di picche che pacche sul cuore
spesso l’amplesso è un grossissimo spasso
se posso io passo di lì

L’ultima volta che hai fatto l’amore
è stato in una vita precedente
eri incarnato in un principe rospo
così non ti ricordi quasi niente
l’ultima volta che hai fatto l’amore
uoh uoh

L’ultimo uomo che ci ho fatto l’amore
non era mica un’anima, incarnata
era un fantasma superdotato
l’ho abbandonato per questa nuova vita,
l’ultima volta che ho fatto l’amore
uoh uoh

Ehi molla l’osso! In tasca c’ho un asso
di picche che pacche sul cuore,
spesso l’amplesso è un grossissimo spasso
se posso io passo di lì

Nell’edizione serale
del telegiornale
maremma maiale
c’è il PIL che discende
c’è il tasso che sale
il greggio che rende
e c’è chi si arrende
al proporzionale

La Salva-Previti
lo spalma debiti
la Par Condicio
l’abuso d’ufficio
la legge Cirami
pulisce per bene le mani

La Salva-Previti
lo spalma debiti
la ex Cirielli
fa belli d’Italia i monelli

Mentre a Pechino
dollaro soffre un pochino
proprio a Parigi
incendiano quartieri grigi e mogi
ad Elisir hanno in diretto operato
per le emorroidi
mio cognato
Renato – peccato!

La Bossi-Fini
perseque i bambini
punibili frutti
d’amor clandestini
che nascono sopra i traghetti
nei ghetti, tra ratti, tra botti,
son rotti e strafatti dai detti
di Pera e Casini

Mentre Bin Laden
promette ai guerrieri
nell’Eden
70 Vergini
chissà come cazzo le trova?
(forse le chiede a Raoul Bova)
oh, oh, oh, oh.. chissà come
cazzo le trova?

Benedetto Noè che fe’ la vigna
che fece l’omo felice e beato
a chi non piace il vin venga la tigna
io per Dio non sarei mai intignato*

L’olivo s’affida al vento per fiorire
Le marginette alle donnette sole,
Cantare parole su parole,
Mangiare la terra con il pane.
L’olivo s’affida al vento per fiorire
E a volte a parte a qualche insetto impuro,
Ma il plurimo investitor di seme è il maschio
D’omo con le su’cesoie
Che liscia, infetta e spera
Uova d’anatroccolo, di pero e s’autosessa.

Benedetto Noè che fe’ la vigna
che fece l’omo felice e beato
a chi non piace il vin venga la tigna
io per Dio non sarei mai intignato*

La ragazzina stava con la faccia attenta e seria
Abbarbicata con le sue manine al vetro
D’un bicchiere di vino così come
Ai ragionamenti implumi del maggiorenne astemio.
Se fra di loro da subito fu amore
Non spetta a me né a questa storia dire
lo so soltanto che tra lor si respirava
L’aria che c’è tra venditori e vinti.

Benedetto Noè che fe’ la vigna
che fece l’omo felice e beato
a chi non piace il vin venga la tigna
io per Dio non sarei mai intignato*

È lenta l’agonia col telefonino
più lenta che l’Atomica o un’invasione di pidocchi
è un fuoco dolce, uno sfrigolio continuo
che un annerisce l’aglio, ma insapora.
È il madido dolor della gengiva,
è il rame della pila sulla lingua,
è un’unghia decollata troppo in fondo,
è il fastidio di riempire il lungo tempo,
che separa il primo stupido sorriso
dall’ultimo pentito pianto.

Benedetto Noè che fe’ la vigna
che fece l’omo felice e beato
a chi non piace il vin venga la tigna
io per Dio non sarei mai intignato*

Anticamente, durante il Maggio fiorentino, gli stornellari toscani cantavano le arie della Pia dei Tolomei per le strade e nelle osterie. Questa quartina veniva usata come intercalare tra una strofa e l’altra delle arie e sollecitava astanti ed avventori a riempire il bicchiere del cantore se volevano continuare a godere della sua bravura.

Le Stelle delle mille situazioni della vita
La mano dei Tarocchi questa sera spegnerà
La mano dei Tarocchi che quest’oggi s’è giocata
Le mille situazioni della vita accenderà
Le mille situazioni della vita spegnerà
Le mille situazioni della vita accenderà

Il possesso grande vuol dire avere tutto di diritto
per diretto sentimento
Verso il verso unico dell’unico universo
è diverso dal potere temporale
E potere fare un temporale con la forza del pensiero
dono raro per davvero
Ero in preda al tempo, tempo male percepito
meno male
che mi sono risvegliato.

La modestia calma la mia bestia corporale
vale oro puro pure a quanto pare
Fare tanto, dire poco
non baciare scrivere d’amore
detestare il testamento.

Mento quasi niente se non fosse per la mente
che lo dice la parola stessa
mente
mentre guardo nubi di pensieri son bisogni
sono segni degni
dei disegni sogni.

La modestia rende agevoli e piacevoli le ore
e le ore più tranquille scaturiscono il fervore
Per favore non cercare di piacere
ma di dire cose vere
più sincere

Per cambiare pezzo a pezzo questo mondo pazzo pazzo
Senza farti troppo il mazzo.

Il seguire può servire per non mettere davanti
Al carro-vita solo i casi tuoi
Ti conviene sistemare dietro i buoi… se puoi.

Ma se me lo avevi detto, che arrivavi all’improvviso
Che ne so’ anche un telegramma, dalla pancia di tu’ madre
Si, è una vita che t’aspetto, ma un po’ po’ di preavviso
Tipo “Oh te, io sto arrivando… stop…. sei pronto a esse’ padre?

Se son pronto? se mi preme? delafia un vedevo l’ora.
È una vita che mi logro, da quant’è un me lo riordo.
T’ho aspettato come il seme, quando ariva primavera.
T’ho aspettato come un treno… che ha vent’anni di ritardo.

Si lo so ci vol del tempo, te però datti una mossa
Nove mesi en troppo lunghi, ma un poi fa un popoino meno
Sniffa un soffio di Libeccio, che ti dia un po’ po’ di scossa
Se la tu’ cicogna è lenta, imbricca al volo su un gabbiano.

C’ho da fatti vede’ un posto, che un ti poi mai immaginare
Che se prima un te lo spiego un potresti mai capi’.
Te sei li che tocchi i monti, poi ti giri e sei sul mare.
C’ho da fatti vede un posto…, e io e tu’ ma’ sian’nati lì.

Ti farò vedere, dove il sole si agghiozzava in fondo al mare
Dove i bambori in braette si tuffavin dagli scogli
E gli sciabigotti a riva con la rete da tirare
Per vedè di riuscì a portanni, du’ ceale alle su’ mogli.

Vedrai il viale con i tigli dove c’erin le signore
La più giovane era vella che svezzò Dante Alighieri
Se ni davi du palanche t’insegnavino l’Amore
Ma po’ te ti spaventavi e le spendevi da Rizzieri.

Ti farò vedere vecchi maghi, di velli che fanno paura
Che dan vita ad un mascherone, che ni fan move la testa
Velli che un c’han la bacchetta, ma i pennelli e la pittura
E la magica pozione che si chiama cartapesta.

Vedrai gente un po’ po’ grezza, gente nata un po’ alla bona
Gente anarchica e ribelle mai a piglia’ vel che conviene
Che va in culo anco al caviale per du’ etti di pattona
Ma se un ni rompi i corbelli che sa fa’ anche a vole’ bene.

Ti farò vede’ la mi vela che fa a stiaffi con il vento
Mi straccò lì in riva al mare, dove ci incontrai tu’ madre
Tutte ‘ose di Viareggio, che m’ hanno insegnato tanto
Che m’hanno insegnato a vive’, e chi lo sa… anche a esse’ padre.

Adesso cerco te che sei sempre più bella e misteriosa
fiorita è la tua mimosa che profuma tutta la mia anima,
la tua anima
allora apro gli occhi lentamente, sei proprio come immaginavo
lo so, lo so, la vita tua è una stella filante
ma se ti fanno un torto o hai paura di invecchiare…

Viareggio, aspettami un secondo
respira bene a fondo
che arrivo in un momento
Viareggio un soffio di libeccio
sarà sempre il tuo vento
e il nero sarà blu

Adesso vedo te che da sempre ti conosco come casa
non è che forse hai paura lì dietro quella tua mascherina
allora apro gli occhi, lentamente sei proprio come io t’immaginavo
lo so la vita tua è una stella filante
ma se ti fanno un torto o hai paura di invecchiare…

Viareggio, aspettami un secondo
respira bene a fondo
che arrivo in un istante

Viareggio, soffio di libeccio
sarà sempre il tuo vento
e il nero sarà blu…
Viareggio un soffio aspettami un secondo
respira bene a fondo
e il nero sarà blu

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

“Piacere dottor Ansano Guinigi
logopedista caro appestato
Mi esponga pure il problema che l’assilla”

Scusi dottore ho un problema molto grave
Io so parlare ho un eloquio eccezionale
Ma la lingua si attorciglia ed il panico mi piglia
Se pronuncio a voce pura la città dentro le mura

Di lavoro son cantante ho la voce assai squillante
Se la canto tutta insieme la parola mi vien bene
Ma che guaio oh dottore quando smetto di cantare
E pronuncio sconsolato la città del buccellato…

C’HO UN DIFETTO DI PRONUNCIA
E QUANDO DICO LUCCA
MI SI ATTORCIGLIA UN PO’ LINGUA
E MI VIEN FUORI UN PO’ COSì
PRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCA!
C’HO UN DIFETTO DI PRONUNCIA
E QUANDO DICO LUCCA
TE LO GIURO UN FACCIO APPOSTA
E MI VIEN FUORI UN PO’ COSI’
PRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCA!

Grazie dottore esco e leggo la ricetta
Prima e dopo i pasti devo andare in bicicletta
Fare un giro sulle mura comperare buccellato
Dire sempre “io lai” e i quattrini un spende mai

Io c’ho provato e mi sono anche impegnato
Ho girato fino a sera la città della pantera
Ma tornando qua dal monte e a vedé la mi’ Viareggio
M’è tornato quel difetto e ne sono anche contento

C’HO UN DIFETTO DI PRONUNCIA
E QUANDO DICO LUCCA
MI SI ATTORCIGLIA UN PO’ LINGUA
E MI VIEN FUORI UN PO’ COSì
PRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCA!
C’HO UN DIFETTO DI PRONUNCIA
E QUANDO DICO LUCCA
TE LO GIURO UN FACCIO APPOSTA
E MI VIEN FUORI UN PO’ COSI’
PRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCA!

“Oh viareggino sboccato sai che ti dio?”
La paranza la paranza a Viareggio c’avete la paranza
Tutta piena bella piena di rena e d’ignoranza

Qual è quella città ch’en tutti tirchi d’ammazzà?
PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!
PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!
C’hanno i serpenti in tasca così han la scusa per un pagà
PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!
PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!
Proviamo a dirlo insieme tutti in coro senza cantà
PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!
PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!

“Oh viareggino sboccato ti faccio una domanda:
qual è quella provincia che sovraintende a Marina di Lucca,
terra di pesciai e di bagnini,
quella città fra le mura più belle d’Italia
e con le processioni più lunghe del mondo
per un parlà di quel dolce chiamato buccellato
che s’è di ieri è bono anco inzuppato.
Mi dici un po’, qual è quella città?

PRRRRRRRRRRRRCCCCCCCCCCCCCA!

Guardo la città coi negozi aperti sono dentro un bar
prendo qualcosa, magari un caffè
con le luci accese adesso cerco te
però tu non ti fai mai trovare
non capisco più dove ti devo cercare
ho camminato giorni e notti
mi fermo solo quando è sera…
E’ sera, appena abbasso gli occhi è già sera
ti scriverei qualcosa ma è già sera
l’orchestra ha già suonato ma è già sera
crepuscoli di vita nella sera
respiro la natura quando è sera
la luna si fa straniera.
Seguo il tuo profumo vedo che sorridi
per me ormai inutili sono i tentativi
riuscire ad averti qui con me
soltanto un giorno o per un’ora…
E’ sera, appena chiudo gli occhi è già sera
su tutte queste strade è già sera
e bevo un pò di vino ed è sera
crepuscoli di vita nella sera
e mangio margherite quando è sera
ti penserò ancora stasera!

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

C’è chi si ispira ai carri di una volta,
a quelli tra i più grandi e giganteschi,
la bomba della pace,
il gran re del Baroni,
o Silvio che per mare se ne va.
Poi c’è la ballerina snodata più che mai
di Arnaldo con Lebigre e la Roger.

Noi siamo i carri più amati dai bambini
siamo i carri in miniatura,
tra tutti siamo quelli più piccini
nella sfilata noi facciam figura.

Siamo tanto allegri e spensierati,
meccanismi ben oliati,
non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’amozione.
Non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’emozione.

Li trovi tutti lì in via Paolo Savi
da undici maghetti sono nati, eccoli qua:
Ghiselli ed il Santini
Benedetti e poi Cinquini,
riscaldano i motori, pronti via!
La Darsena è schierata,
via tutti in passeggiata,
inizia il nostro mini grande show.

Noi siamo i carri più amati dai bambini
siamo i carri in miniatura,
tra tutti siamo quelli più piccini
nella sfilata noi facciam figura.

Siamo tanto allegri e spensierati,
meccanismi ben oliati,
non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’amozione.
Non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’emozione.

Scroscia poi spumeggia poi prorompe e ti sconcerta
Poi sciaborda ti sorprende e parla un po’ con te
Onda che rincorre un’onda
Un cane abbaia da laggiù
Due gabbiani in volo cercano il blu

Quando il mare di Viareggio è incazzato nero
Meglio stare zitti ed osservare questo film
Vittima io del regista
Attore non protagonista
Ascolto il mare imprecà

MA CHE COS’HA QUESTA CITTÀ’
CHE CI FA CANTA’
CHE CI TRAVOLGE COSI’
FORSE IL SEGRETO CHI LO SA
E’ CHIUSO IN FONDO AL MAR
CHE CI SCOMPIGLIA L’ANIMA

Un frammento di giornale vola sulla spiaggia
Con il piede blocco a terra quella pagina
Leggo storie di violenza
Di egoismo e di viltà
perché il mare un si dovrebbe agità

Mentre tutti sono al caldo nelle loro case
Piene di certezze della quotidianità
Sono soloe sento freddo
L’inquietudine che è in me
Naufraga senza un perché

MA CHE COS’HA QUESTA CITTÀ’
CHE CI FA CANTA’
CHE CI TRAVOLGE COSI’
FORSE IL SEGRETO CHI LO SA
GIACE IN FONDO AL MAR
CHE CI SCOMPIGLIA L’ANIMA

Poi sarà estate e tutto cambierà

Io sarò molto ottimista e il sole scalderà

Ti amo Viareggio ti amo e ti amerò

Specie d’inverno col mare che complice contemplerò

Io pensai al colore delle strade di Viareggio
immagini dentro ai giornali oppure davanti ai miei occhi
sono sempre sogni virtuali è già arrivato il domani
Io pensai al molo alla spiaggia di Tobino
rivedo la sua farmacia all’angolo del mercato
come dei ricordi che vivo sento il profumo del pino.
Il silenzio mi circonda, lo sento
come in un quadro di Viani
vedo la forza del nuovo inverno
nel tranquillo dormire dei gabbiani.
Mi svegliai, era sera nel sapore del mattino
tramonti che già sono stanchi
soffia già il vento sul mare, spinge l’autunno e l’estate
oggi non so cosa fare
Il silenzio mi circonda, lo sento
come in un quadro di Viani
vedo la forza del nuovo inverno
nel tranquillo dormire dei gabbiani.
Scenderà la sera anche per chi se ne va
l’atmosfera ora so è per chi nascerà
Il silenzio mi circonda, lo sento
come in un quadro di Viani
vedo la forza del nuovo inverno
nel tranquillo dormire dei gabbiani.

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

I muri e i divani hanno dei colori scuri
sono pennelli e cornici appesi a fantasie…
Ombre di maschera.
E cigola la porta per andare in cucina
il fuoco dei fornelli brucia l’aria di allegria
E fa il volo dei gabbiani
muovendo le sue mani
riflesse dal giornale e lavora anche domani
contento se rimani
[ è da un’idea dei colori in compagnia che nasce dentro di me
una maschera bianca di latte e nera di caffè]
ombre di maschera.
Le mani sul cuscino sono nodi un po’ sciupati
dal tempo e da quell’arte dei maestri calafati
ombre di maschera.
Gingilli nel salotto tra le foto dei bambini
insieme ai vecchi carri del d’Arliano e del Pardini
E fa il volo dei gabbiani
muovendo le sue mani
riflesse dal giornale e lavora anche domani
contento se rimani
[ è da un’idea dei colori in compagnia che nasce dentro di me
una maschera bianca di latte e nera di caffè]
ombre di maschera.

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Porta a porta, chi mai sarà?
Forse una stella nota del varietà,
forse un politico esponente di partito, o chissà?
Tanto poi finisce tutto in chiacchiere…
E allora
porta a porta, che mai sarà
se poi qualcuno a schiaffi si prenderà
con parolacce e insulti
questa è la TV che non va
questa è la TV che non va.

È un salotto dove combattere,
dove non esistono regole
e Bruno Vespa placare dovrà
queste fiere di vanità.

Porta a porta, chi mai sarà?
Forse una stella nota del varietà,
forse un politico esponente di partito, o chissà?
Tanto poi finisce tutto in chiacchiere…
E allora
porta a porta, che mai sarà
se poi qualcuno a schiaffi si prenderà
con parolacce e insulti
questa è la TV che non va
questa è la TV che non va.

Donne-mito, star della fisica,
uomini di fama linguistica,
ma poi di colpo si rivelerà
la loro naturale realtà.

Niente più parate di estetica,
niente propaganda politica,
basta a questo fingere chi non si è
a questa fiera di vanità
questa è la TV che non va.

Porta a porta, chi mai sarà?
Forse una stella nota del varietà,
forse un politico esponente di partito, o chissà?
Tanto poi finisce tutto in chiacchiere…
E allora
porta a porta, che mai sarà
se poi qualcuno a schiaffi si prenderà
con parolacce e insulti
questa è la TV che non va
questa è la TV che non va.
Con parolacce e insulti
questa è la TV che non va
questa è la TV che non va.

Mi sembri una signora un pò elegante per un galà
vestita con rispetto persino al banco del baccalà
con il sole sul tetto cambia in darsena stagione
è inverno al vialone c’è il lavarone che ‘un se ne va
Ti chiamerò Viareggio guardandoti così
mi basterà uno sguardo per riconoscerti
l’odore del salmastro sulla via Manin
e l’albero maestro e il tuo liberty.
In pineta mille ombre tra bomboloni e mini golf
un cigno bianco sul risciò
la villa Argentina
sulla via Fratti dove stai tu
sembra rinata appena ti topi e gatti ‘un ce n’è più
Ti chiamerò Viareggio guardandoti così
mi basterà uno sguardo per riconoscerti
l’odore del salmastro sulla via Manin
e l’albero maestro e il tuo liberty.

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Ho già pestato valche ciotta in via Pacinotti
[mh, dovevino esse’ coperte dall’ombra de’ tetti!]
vado a fare quattro passi in pineta
sicuro di pulire le mie scarpe d’atleta
voglio mangiammi un bombolone del Gatto nero
o un gelatone squacquarone da Nilo’s
E mentre c’è la fila che aspetta riecco che ripesto una ciotta
[ripesti una ciotta]
che dolore!
Ma a Viareggio c’è
[a Viareggio c’è]
ciò che piace a me
[ciò che piace a te]
sembra un biliardo dalle bue che scavalco!
[ripesti una ciotta]
Alla Fondazione carnevale c’è gente diversa
alieni di un pianeta sconosciuto alla scienza
ti trovino ‘l sistema di leva’ Burlamacco
con la scusa di un forte colpo di vento
ormai le strade son tutte rotonde!
A parte quella alla Torre Matilde
[ ripesti una ciotta]
che per mostrar
[ che per mostrar???]
la voglia di sperimentare l’han fatta di un profilo triangolare
[triangolare!]
Ma a Viareggio c’è
[a Viaregigo c’è]
ciò che piace a moi
[ciò che piace a toi]
sembra un biliardo dalle bue che scavalco!
[ripesti una ciotta]
Avrei voglia di beve’ un bel cappuccino
ma se ‘un sto attento m’imbricca ‘l postino
poi vedo un gabbiano che sbaglia il suo volo
viene pescato da Arnaldo sul molo
non ho avuto il tempo di fa’ colazione
e vado a prendemi un bel meringone
Ma se vai dalla Fauzia per un caffè
[ ripesti una ciotta]
ti manderà in culo anco te
[in culo anco te!]

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Ho trovato una conchiglia sulla spiaggia
L’ho raccolta per non farla calpestare
Poi c’ho messo dentro un fiore
La sabbia del mio mare
E l’ho spedita a te
Ho trovato una conchiglia sulla spiaggia
Perché quando viene l’inverno e sei lontana
Poco prima di dormire
La poserai all’orecchio
E sentirai il mare
Poco prima di dormire
La poserai all’orecchio
Ti parlerà di me

TU CHE SEI LONTANA DA VIAREGGIO
IO CHE VADO SOLO IN CIMA AL MOLO
UN GABBIANO ASCOLTA QUESTO CANTO
PLANA ATTERRA E POI RIPARTE IN VOLO

Ho trovato una conchiglia sulla spiaggia
Chissà quante storie ha visto sotto il mare
I segreti degli abissi
Son come i nostri baci
Profumano di sale
I segreti degli abissi
Son come i nostri baci
Profumano d’amor

IO TI MANDO BACI DA VIAREGGIO
QUESTA CARTOLINA IN BIANCO E NERO
COME IL VENTO FORTE DI LIBECCIO
SPAZZA IL CIELO E PORTERA’ IL SERENO

Son passati tanti anni da quel giorno
E oggi sei la madre dei miei figli cari
Tu, con qualche ruga in più
Sorriso di salmastro
Bella come Viareggio

Anche oggi un po’ è scesa la sera su di me
c’è sempre tanta gente sul ponte girante come te
vedo barche posteggiate lungo il molo già alle tre
tu non crederesti a quei volti, ai gesti che trovo
qui all’angolo di casa o andando a far la spesa
incontro chi vuoi tu, anche la Robertona
sul sellino rinforzato della sua biciclettina
è un sogno in una piazza che non se ne va via
ma resta nei miei occhi tra le risate del Baiocchi
(qui c’è anche una pineta tra i monti e il Margherita)
se tu venissi qui vedresti sotto il cielo i giocattoli
di una città che ha un nome vero, si chiama Viareggio.
Proprio accanto a me passerà Moschino
c’è un caffè, passa Ventofino con il suo giubbotto in darsena
viene a prendere il libeccio
con gli occhiali su di sé
(e si tiene il suo cappello e fa un’ombra su Viareggio)
qui diventi una rotonda
qui in via della Gronda
e non sul mare ma in piena Migliarina
anche se starebbe meglio a palafitta sulla rena.

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
sabbia di stagioni passate col vento che porta un’estate e poi se ne va
sembra si perda ma mi riscalda come un fuoco basso dorato
che lascia quel gusto salato a questa città.
E sul molo navigo e approdo da te senza vele
sentirò la tua voce
Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
sabbia di stagioni passate col vento che porta un’estate e poi se ne va
sembra si perda ma mi riscalda come un fuoco basso dorato
che lascia quel gusto salato a questa città.
Una nave resta là viola è il cielo laggiù sullo sfondo
lampo che farà luce
il mare tace
Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
sabbia di stagioni passate col vento che porta un’estate e poi se ne va
gente che invecchia, mare che stracca
stracca un lavarone bagnato che sembra un racconto pensato e lasciato a metà.
Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
sabbia di stagioni passate col vento che spazza le strade e poi se ne va

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Vieni qui da noi quando vuoi
puoi portare tutti gli amici tuoi
quando questa piazza si veste di gente
tu sarai un punto solo solamente
ti stupirai
scivola la sera su di me
vado al rione, vengo con te
perla del Tirreno, bella mascherina
non c’è solo il mare, non c’è solo il clima
qui è carnevale
qui è carnevale
dalla sera alla mattina
Grida forte, ancora!
Questi siamo noi tutti in fila indiana
sui viali a mare noi gente coi coriandoli
dentro queste vene siamo matti per quattro settimane
vieni qui da noi…
vieni qui da noi… così vedrai
Vieni qui da noi quando vuoi
non aver paura di Angiò
la nostra ricchezza è proprio quel mascherone
sento una canzone che parla di blu
balla un pò e la paura non c’è più
apri gli occhi forza fai come noi
guarda i nostri carri tutti in fuga e poi
tori e mostri neri quasi in riva al mare
che muovon gli occhi e cercano di volare
sopra di noi sopra di voi
vieni vieni… vieni qui da noi

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Link utili

  • La tabella con tutte le canzoni del Carnevale di Viareggio la puoi trovare a questo link.
  • L’albo d’oro delle canzoni del Carnevale di Viareggio è riportato in questa pagina.
  • I testi dei Festival di Burlamacco li potete trovare in questa pagina.
  • I testi degli altri concorsi canori degli anni 2000 li potete trovare in questa pagina.