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Le canzoni del Carnevale dal 2000 al 2009

Le canzoni del Carnevale dal 2000 al 2009

I testi dei Festival di Burlamacco li potete trovare in questa pagina, mentre quelli degli altri concorsi canori degli anni 2000 li potete trovare in questa pagina.

I testi delle canzoni del Carnevale di Viareggio dal 2000 al 2009. Potete ascoltare i brani e leggere i testi qua sotto:

Ricordi i nostri scherzi alla Zoria,
nessuno ci fermava, neanche la Polizia!
Ricordi quante volte abbiamo rischiato
di prendere le botte da tuo papà!

Non ci preoccupava il fatto di essere soli
contro tutti, contro il mondo w il suo messaggio di fondo.
Essere seri va bene, sì,
ma senza esagerare così.

Guardare i loro volti arrabbiati era uno spasso
e nonostante le minacce ridevamo lo stesso.
Erano burle affettuose fatte a Carnevale
dove tutto è concesso, dove tutto vale.

Carnevale da scoprire, da invidiare
certo, non lo puoi scordare
nemmeno quando piove,
per te sarà una malattia!
E se il vento forte soffia e fa tremare,
se è la folla che ti fa impazzire,
guarda il cielo
e poi con gli occhi bagnati di blu
buttati in mezzo anche tu
e scoprirai
che tutto gira di più.

Ricordi i panni stesi della Maria
raccolti di nascosto e poi portati via!
E quando la Terè faceva la maglia
che all’improvviso il filo era di un altro colore!

Com’era bello andare in Passeggiata
tra le bande ed il rumore di quella sfilata.
C’era pieno di gente a bocca aperta
che guardava con il naso all’insù.

E noi non potevamo evitare di fermarci
e toglievamo via i cappelli senza mai annoiarci.
E al resto della folla tanto entusiasta
sparavamo contro litri e litri di aranciata!

Carnevale da scoprire, da invidiare
certo, non lo puoi scordare
nemmeno quando piove,
per te sarà una malattia!
E se il vento forte soffia e fa tremare,
se è la folla che ti fa impazzire,
guarda il cielo
e poi con gli occhi bagnati di blu
buttati in mezzo anche tu,
anche tu.

Carnevale da scoprire, da invidiare
certo, non lo puoi scordare
nemmeno quando piove,
per te sarà una malattia!
Perché a Viareggio sai di poterlo fare,
se hai quel sogno da realizzare
guarda il cielo
e poi con gli occhi bagnati di blu
sali sul carro anche tu,
anche tu!

Hai mai provato a chiedere a un lucchese
se ti offre da bere,
è assai probabile che (Prima)
ni si rompa il bicchiere;
per ‘un paga’ l’autostrada (I lucchesi)
fanno le curve del Quiesa
e quando sono in discesa
spengono il motor.
C’hanno i coriandoli con l’elastico
che se li tirano ni ritornino
e se il vicino fa ‘l fritto, nel fumo
c’inzuppino il pan,
il buccellato c’ha ‘l buo nel mezzo
così anco ‘l dolce sembra più grosso
e se telefonano quando chiamano
dicono: “Pronto sono io mi richiami?
e poi buttano giù.

Io lai, io lai,
oh lucchese la spiaggia ‘un ce l’hai.
Ve la porto via a sacchetti
Sì ma tanto ‘un la poi fare in Borgo Giannotti.
Io lai, io lai,
oh lucchese il mare ‘un ce l’hai.
Noi c’abbiamo Serchio il fiume
Sì ma se fai il bagno nuoti nel pattume!

Hai mai provato a chiedere a un lucchese
se viene a Carnevale,
è assai probabile che (La maschera)
‘un se la voglia comprare;
comunque passa il monte
e poi viene a sfilare
e se ni chiedi “Da che sei vestito?”.
Son mascherato da civile”.
Al mare vanno a spiaggia libera
con il mangiare al sacco nella macchina
con l’ombrellone che spunta,
la carnagione smunta.
Hai visto cavallo testa?”.
E poi risparmiano anco sull’articolo
e ‘un son contenti se ‘un economizzano
e se ni dai del tirchio
ti diono scialon.

Io lai, io lai,
la Passeggiata ‘un ce l’hai.
Noi c’abbiamo via Fillungo”.
Sì ma se c’è grimo ‘un ci sta ritto un fungo.
Io lai, io lai,
il Carnevale ‘un ce l’hai.
Noi sfiliamo in processione”.
Sì ma il Volto Santo ‘un è mia un mascherone!

Viareggino noi ‘un siam mia tirati,
siete voi che siete sciagurati,
fate i soldi a son di fa’ i bagnini
po’ d’inverno ne spendete di quattrini
.”
Oh popò di tirchio di un lucchese
tutto il tu’ guadagno a fine mese
va a fini’ in soffitta rimpiattato
e anco ‘l gatto co’ tuoi avanzi è dimagrito!

Hai mai provato a chiedere a un lucchese…
….Se ti offre da bere…(“’Un te lo vo’ offrì…Hai inteso?…Nooo, t’ho detto di no”).
Hai mai provato a chiedere a un lucchese
…Se ti offre da bere…(“’Un ti rispondo neanche….Così risparmio il fiato”).
Hai mai provato a chiedere a un lucchese (“Ti ho detto di no”)
….Se ti offre da bere…(“Non ci penso neanco…’Un te lo vo’ offrì…”).
Te la ha offrì…Ma si va alla fontana!

Folti peli sulle braccia
e mi manca un po’ di grazia,
c’ho du’ borse sotto l’occhi,
ne’ capelli c’ho ‘pidocchi,
il maglione su’ calzoni
e le ciucce ciondoloni
e se mi girino i coglioni
tiro un moccolo così.
È pelosa anco l’ascella,
c’ha l’odore di cipolla
e mi metto, guarda caso,
anche le dita nel naso:
c’ho la macchina truccata
con lo spoiler e tendina,
i cerchioni grossi in lega
e una musica da sega.

Io che sono una Muchera
e ti sembro forestiera,
ballo come una pantera
se mi vedi verso sera;
io non sono una Muchera,
sono nata al Varignan,
se mi vedi di mattina
ti ci vole il Lexotan.

Metto sempre il perizoma
che si infila nella chiappa,
ma per toglierlo e trovarlo
ho bisogno di una mappa;
me ne infischio delle diete,
mangio tante cioccolate,
poi mi vien la cellulite
e i ‘bubboni da strizza’.
Qualche volta faccio un rutto,
ma non manco di rispetto
perché il rutto mi vien lungo,
sembra quasi un Do di petto;
poi mi infilo i calzettoni
e ascolto dischi di Baglioni,
specialmente quando dice
“Passerona ‘un anda’ via”.

Io che sono una Muchera
e ti ballo da spagnola
dentro questa discoteca
con la luce che t’acceca;
io non sono una Muchera,
sono nata al Varignan,
se mi vedi la mattina
devi andare a vomita’.

Io non sono una Muchera
e voglio essere sincera,
con il trucco e minigonna
c’è l’inganno nella donna;
la mattina appena sveglie
neanche un miope ci sceglie,
ma la sera attegamate
ti sembriamo de’ topon.
Io che sono una Muchera
molto mucha e poco era.

Un giorno un bel Pierrot
stufo del casino del mondo
decise di partire per il mare;
la lacrima asciugò
e in sella al suo fidato delfino
raggiunse a Viareggio il Carnevale.
Abbandonò la città
coi rumori di clacson, di pubblicità,
con allarmi impazziti, telefoni e voci
che urlano l’infelicità.

È la voce del mare,
è la voce del mare.

È la voce del mare
oscura il cellulare,
il rombo di un motore
ed il televisore;
è la voce del mare
che riscopre il valore
del signor silenzio
in un mondo rumore.

Un delfino che salta,
un Pierrot lo cavalca,
un’onda lunga atterra sulla spiaggia;
è la voce del mare,
eterno fragore,
ad ogni onda scrive una canzone,
ogni onda canta un’emozione.

Abbandonò la città
coi rumori di clacson, di pubblicità,
con allarmi impazziti, telefoni e voci
che urlano l’infelicità.

È la voce del mare
oscura il cellulare,
il rombo di un motore
ed il televisore;
è la voce del mare
che riscopre il valore
del signor silenzio
in un mondo rumore. (x2)

Un delfino che salta,
un Pierrot lo cavalca,
un’onda lunga atterra sulla spiaggia;
è la voce del mare,
eterno fragore,
ad ogni onda scrive una canzone,
ogni onda canta un’emozione.

Ogni onda canta un’emozione.

È la voce del mare
e la puoi sentire dentro una conchiglia
anche se non c’è il mare.

I giornali dicono bugie,
meglio allora farci un mascherone,
prendi un po’ di colla,
metti la carta a calco
e colora con la fantasia;
poi con la maestria dei calafati
sega e inchioda tavole di legno,
chiappa cento ragazzi
con in mano cento pennacchi,
cento cuori salmastrosi fanno “Urrà!”.

Ma ‘un lo vedi che passa il carro,
muove gli occhi, ti viene addosso,
poi si gira su se stesso e fa un inchino;
i coriandoli dall’alto volan fino sulla spiaggia
ed un colpo di cannone dà inizio ad una danza
e a Viareggio comincia un nuovo Carneval.

Dopo mesi di lavorazione
si aprono le porte al baraccone,
pare un po’ abbracchito,
questo carro è un po’ po’ sciapito,
primo corso prova general.
In Piazza Mazzini è confusione,
grande attesa per il mascherone,
secondo, terzo corso,
con il quarto ci sono i fuochi
sopra il carro c’è la Coppa di Champagne.

Ma ‘un lo vedi che passa il carro,
muove gli occhi, ti viene addosso,
poi si gira su se stesso e fa un inchino;
i coriandoli dall’alto volan fino sulla spiaggia
ed un colpo di cannone dà inizio ad una danza
e a Viareggio comincia un nuovo Carneval.

E sopra il carro c’è una maschera che sa
donare al carro tutta la vitalità;
ballando fino alla mattina,
bella Viareggina,
il Carnevale hai nel DNA;
e chi ‘un è nato in questa terra non lo sa,
non può capire questa nostra libertà,
questo cantare sopra un carro,
senza classi o distinzioni,
per un giorno siamo tutti mascheroni!

E i coriandoli dall’alto volan fino sulla spiaggia
ed un colpo di cannone dà inizio ad una danza
e a Viareggio comincia un nuovo…
e a Viareggio comincia un nuovo…
e a Viareggio comincia un nuovo Carneval!

Com’è bello il molo sulla sera,
quando un peschereccio si allontana;
primavera e ogni viareggina
forse sogna di un amore che non c’è;
poi l’estate arriva un po’ ruffiana,
amori e asciugamani sulla rena,
mille motorini in Passeggiata
grilli e stelle nelle notti in riva al mar.

Oh, no no
a Viareggio sto,
il posto più bellissimo.
Oh, no no
a Viareggio sto,
prova a dire “delafia” con me.

Poi l’autunno inesorabilmente
ci sorprende alle spalle,
ci scolora la pelle,
vasche e noia fino al gran Dicembre
luci e pacchi in Via Battisti e “Buon Natal”.
Poi nell’aria un’atmosfera nuova,
Carnevale per noi
è come una droga                                                              
e quest’anno che maschera metto,
non importa, l’importante è saltellar.

Oh, no no
a Viareggio sto,
il posto più bellissimo.
Oh, no no
a Viareggio sto,
prova a dire “delafia” con me.

Dopo il terzo colpo di cannone
i coriandoli a terra,
calci alle lattine vuote
già finito questo carnevale,
in questa terra
un altro anno da iniziare.

Oh, no no
a Viareggio sto,
il posto più bellissimo.
Oh, no no
a Viareggio sto,
prova a dire “delafia” con me.

Bianco, il colore della pace,
rosso, il colore dell’amore,
siam vestiti a scacchi,
siamo i burlamacchi;
lungo il mantello nero nero
ed un cappello che ci veste di mistero,
siamo i burlamacchi
e non ci rompete i coglion.
E se vedete una sirena in mezzo al mar
fra poco la vedrete a riva a sculettar,
lei si chiama Ondina,
è Viareggina come noi;
e se vedete una balena in mezzo al mar,
fra poco la vedrete a riva a boccheggiar,
è una lucchese
che ‘un sa fa’ neanco a nota’.

Ho il passaporto Viareggino
e bevo grappa, whisky e vino
ed è per questo
che c’ho sempre il sorriso in su.
Se perdo sangue mi riprendo
con trasfusioni di salmastro,
se perdo il filo del discorso
io ci schiocco un delafia.

Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!

Bianco, il colore della pace,
bianco, il colore della pace,
rosso, il colore dell’amore,
siam vestiti a scacchi
siamo burlamacchi;
lungo il mantello nero nero
ed un cappello che ci veste di mistero,
siamo i burlamacchi
e non ci rompete i coglion.
E se vedete una sirena in mezzo al mar
fra poco la vedrete a riva a sculettar,
lei si chiama Ondina,
è viareggina come noi;
e se vedete una balena in mezzo al mar,
fra poco la vedrete a riva a boccheggiar,
è una lucchese
che ‘un sa fa’ neanco a nota’.

Ho il passaporto Viareggino
ed ho la fama di trombino
ed è per questo
che c’ho sempre qualcos’altro in su.
Insieme a Ondina vado a letto
ed il costume mi sta stretto,
lo tolgo e poi me lo rimetto
e ci schiocco un delafia!

Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Burla burla burla alé
Oohhh!!!!!

Ho visto piangere persone
Che raccontano il proprio dramma personale
Il volto del presentatore
Compiaciuto e cinico o a sciacallare
Cambio poi il canale
E ti vedo il telegiornale
Giornalisti parlano
Mentre una pistola è puntata nel sedere

Ti prende e ti plasma, ti piglia
Ti plagia, ti scompiglia
È come un’amante arcigna
Che ti seduce e poi ti lascia

La Tivvù è un Mostro
E tiri lo sciacquone
Col cervello immerso dentro al cesso
E lo dimostra il fatto
Che non abbiamo un pensiero nostro
Tutto quanto c’è imposto
Ci condizionano in tutto
La Tivvù è un Mostro
Anche se cambi canale
Non c’è mai un ragionamento onesto
E quando pensi di pensare
Non ti accorgi che non stai pensando
Stai solo subendo
Un concetto già pronto

[Si ringraziano i nostri telespettatori perché anche ieri abbiamo fatto il record di ascolti
Il nostro programma è stato visto da 60 milioni di idioti!
Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah]

Ti prende e ti plasma, ti piglia
Ti plagia, ti scompiglia
È come un’amante arcigna
Che ti seduce e poi ti lascia

La Tivvù è un Mostro
E tiri lo sciacquone
Col cervello immerso dentro al cesso
E lo dimostra il fatto
Che non abbiamo un pensiero nostro
Tutto quanto c’è imposto
Ci condizionano in tutto
La Tivvù è un Mostro
Anche se cambi canale
Non c’è mai un ragionamento onesto
E quando pensi di pensare
Non ti accorgi che non stai pensando
Stai solo subendo
Un concetto già pronto

Le veline e letterine
Sono finte ballerine
Che distraggono la mente
Dai pensieri della gente
Se la satira è un po’ dura
Pronta arriva la censura
E davanti a Emilio Fede
Che lo mandi chi ci crede

La Tivvù è un Mostro
E tiri lo sciacquone
Col cervello immerso dentro al cesso
E lo dimostra il fatto
Che non abbiamo un pensiero nostro
Tutto quanto c’è imposto
Ci condizionano in tutto

Ciao ragazzi! Siete Viareggini?
Sìììì!!!
Siete Viareggini davvero?
Sìììì!!!
Potta miè allora fatemelo vedè!

Bagnino
Calafato
Gabbiano
Patino
Maccioni
Moschino
Comune
Coriandoli
Carro
Venezia
Pistoia
Lucca
Tegame
Zifonare
Chiappe
Puppore
Inizia con T e finisce per A…BIP!
Egisto (mi riordo il pensiero che vola…)

Ok ragazzi,
adesso cerchiamo di farlo a modo,
ricordatevi che si parte
sempre da bagnino
e che quando dico chiappe
potete toccare quelle del vicino,
fatelo bene, potta miè!

Bagnino
Calafato
Gabbiano
Patino
Maccioni
Moschino
Comune
Coriandoli
Carro
Venezia
Pistoia
Lucca
Tegame
Zifonare
Chiappe
Puppore
Inizia con T e finisce per A…BIP!
La coppa (musica, tango, maschere a rango ecc…)

Ok ragazzi,
ora damoni a leva
perché i comandi cambiano
ogni due battute,
se riuscirete a farlo
d’ora in poi potrete giocare
anche solo con la musica
perché sarete campioni
di potta miè

Bagnino
Calafato
Gabbiano
Patino
Maccioni
Moschino
Comune
Coriandoli
Carro
Venezia
Pistoia
Lucca
Tegame
Zifonare
Chiappe
Puppore
Inizia con T e finisce per A…BIP!

Potrei portarti in cima alle Apuane
Vedere il mare mentre ci si tuffa il sole
Però mi volto e arriva un temporale
Tu mi ami o no? (Tu mi ami o no?)
Un posto troverò
Potrai imboscarmi dentro alla pineta
Togliere e regalarti una margherita
Ma dopo un po’ un pinuglioro ci buca
Tu mi ami o no? (Tu mi ami o no?)
Un posto troverò

Da qualche parte ti porterò
E fino all’alba io ti amerò
Ma questa notte vorrei qualcosa di speciale
Ed un amico m’ha detto che
Quaggiù a Viareggio un bel posto c’è
Potremmo stare per ore ed ore in riva al mare…
In riva al mare

Perché a Viareggio si fa l’amore sulla battima
Sotto la luna, sopra il lettino ci si appattuma
Col salmastro come odore
Con la sinfonia del mare
Con il faro che ci fa vede’ o ‘un vede’
Come è bello fa’ del bene
Fra la sdraio e l’ombrellone
Poi tuffarsi nudi in mezzo al mar

Fare l’amore in macchina è un po’ strano
Stare avvinghiati ad appannare il finestrino
Però ti sbagli e tiri il freno a mano
Tu mi ami o no? (Tu mi ami o no?)
Un posto troverò
Forse prestare un appartamentino
Entrar di notte senza far rumore alcuno
“Ci sono i ladri!”, urla il vicino
Tu mi ami o no? (Tu mi ami o no?)
Un posto troverò

Da qualche parte ti porterò
E fino all’alba io ti amerò
Ma questa notte vorrei qualcosa di speciale
Ed un amico m’ha detto che
Quaggiù a Viareggio un bel posto c’è
Potremmo stare per ore ed ore in riva al mare…
In riva al mare

Perché a Viareggio si fa l’amore sulla battima
Sotto la luna, sopra il lettino ci si appattuma
Col salmastro come odore
Con la sinfonia del mare
Con il faro che ci fa vede’ o ‘un vede’
Com’è bello sfranellare
Poi svegliarci con il sole
E il bagnino inizia a rastrella’

Di schiena sulla sabbia
Ci bagna un’onda e va via
L’amore è fantasia
Se il tuo letto è la battima
C’è più poesia…

Col salmastro come odore
Con la sinfonia del mare
Con il faro che ci fa vede’ o ‘un vede’
Come è bello fa’ del bene
Fra la sdraio e l’ombrellone
Poi tuffarsi nudi in mezzo al mar

Vedo una luce che mi si avvicina
Ma non è il faro, né la luna:
È una lampadina
È un guardiano, un guardone o un pescator di cee
Che ci illumina
E poi scompare in mezzo al mare

Viareggini siam, viareggini (x8)

Siamo Viareggini e siamo fatti così,
tutto quello che ci piace ce l’abbiamo qui
e allora
ce l’abbiamo qui
e tutto quello che ci costa un po’ fatica
lo faremo lunedì.

Siamo Viareggini e amiamo la città
e la nostra droga è il nostro carneval
e allora
il nostro carneval
e abbiamo cromosomi pieni di coriandoli
nel nostro DNA.

Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena, fra la spiaggia e la pineta;
il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino dentro al Viareggino
che c’è in me.

Siamo Viareggini, gente semplice,
abbiamo un cuore grande e un viso complice
e abbiamo
voglia di sorridere
e mai nessuno potrà toglierci la voglia
di cantare e di ballar
perché a Viareggio da gennaio a dicembre
tutto l’anno è Carneval.

Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena,
fra spiaggia e la pineta,
il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino dentro al Viareggino
che c’è in me.

Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena, fra spiaggia e la pineta;
Evviva, evviva, questa nostra vita,
è bella, è piena, fra spiaggia e la pineta;
il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino dentro al Viareggino
che c’è in me.

Il mare, il molo, un gabbiano in volo,
l’eterno bambino…

Mi piace assai la donna
Io cerco la mia Lei
È un anno che ci provo sai
Ma non concludo mai

Non posso uscire con Rosa
In questi giorni c’ha il ciclo
Ed è troppo nervosa
Se esco con Michela
Incontro il suo ragazzo
E arreggo la candela
A cena con Lucia
Le ho parlato di sesso
Ed è scappata via
E pure con Renata
Quando l’ho baciata
Ho preso una ciaffata

Non bacio mai Samantha
Perché ha l’apparecchio
Sembra un ferramenta
E poi mi ha detto Enza
Se ti aspetto nel letto
È perché ho l’influenza
Ma per fortuna adesso
Arriva in mio soccorso
Questo Carnevale
Mi vesto da pagliaccio
Ed io con queste donne
Ci voglio far l’amore

Ma me la dai, ma me la dai
Ma me la dai la maschera
Che vado al Carneval
Ma me la dai la metto subito
Là dove deve star
E Viareggio è la mia complice
E non mi può scappar
Lasciati andar qui nel vortice
Di questo Carneval

La brasiliana Elisa
A me mi sa che pende
Come la torre a Pisa
Anzi ne son sicuro
È proprio un bel maschiaccio
Per me la fa al muro
Ma per fortuna adesso
Arriva in mio soccorso
Questo Carnevale
Divento Burlamacco
Mi bevo un bicchierotto
E inizio poi a cantare

Ma me la dai, ma me la dai
Ma me la dai la maschera
Che vado al Carneval
Ma me la dai la metto subito
Là dove deve star
E Viareggio è la mia complice
E non mi può scappar
Lasciati andar qui nel vortice
Di questo Carneval

E Viareggio è la mia complice
E non mi può scappar
Lasciati andar qui nel vortice
Di questo Carneval

Sarebbe troppo bello
Se tutto l’anno fosse
Come a Carnevale
Se si pensasse sempre
Invece che alle guerre
Soltanto a far l’amore!

Balla la Bella (x4)

Quando Bella balla a Carnevale
abbraccerei la giunta comunale,
abbraccerei persino
chi mi vuole molto male,
chi mi evita e non vale,
chi mi abbassa ma non sale,
chi mi cerca e non mi vuole.

Quando Bella balla a Carnevale
la mia migliore amica è la follia
e cresce in me la voglia
di quella meraviglia
che a volte rassomiglia all’anarchia,
che assomiglia alla poesia,
che assomiglia alla magia.

Quando Bella balla a Carnevale,
in mezzo agli altri sembri più normale,
un uomo, un animale, un’anima che vale
e non si sa perché
forse vale proprio perché c’è (x2).

Balla la Bella (x4)

Quando Bella balla a Carnevale
persino il vecchio Silvio non è male
e danza fra la folla insieme ad Apicella
e dà lezioni a tutti
di tango e tarantella
perché, malgrado le Cassandre
della sinistra,
lui è meglio della Bella, eh!

Quando Bella balla a Carnevale
la mia migliore amica è la follia
e cresce in me la voglia
di quella meraviglia
che a volte rassomiglia all’anarchia,
che assomiglia alla poesia,
che assomiglia alla magia.

Quando Bella balla a Carnevale
in mezzo agli altri sembri più normale,
un uomo, un animale, un’anima che vale
e non si sa perché
forse vale proprio perché c’è (x2).

Balla la Bella (x4)

Mi consenta…

Città dell’allegria,
compagna di viaggio
di questa vita mia,
o bella mi’ Viareggio
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia al tu’ mare
e alle tu’ stelle.

O grande paradiso,
di pini e di gabbiani,
di sole col sorriso
che bacia le tu’ mani,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te.

O grande arcobaleno
di cielo, monti e mari,
o “Perla del Tirèno”
donata dal Creatore,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia
al tu’ mare e alle tu’ stelle.

O bella mi’ Viareggio
dal libero penziéro,
dove c’è sempre maggio
sul molo e sul veliéro,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te.

O nido di poeti,
artisti e naviganti,
bagnini ‘nnamorati
e préti pògo santi,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia
al tu’ mare e alle tu’ stelle.

O giostra di colori,
o parco della luna,
ci fai senti’ signori
ànco senza fortuna,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te.

O matto menestrello
con il vestito a scacchi,
amante del bordello
e paese dei balocchi,
a giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
ma niente che somiglia
al tu’ mare e alle tu’ stelle.

O bella mi’ Viareggio,
o reggia di Nettuno,
‘un sò se è meglio o péggio,
ma un da’ retta a nessuno!
A giro per el mondo
c’en tante ‘òse belle
eppure ‘un si pò sta’
senza ‘l tu’ mare e le tu’ stelle;
a giro per el mondo
c’è tanta meraviglia…
eppure non mi piglia come te…

Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh
Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh

Cari amici felici e feroci
capaci e rapaci
sagaci e seguaci
Cari amici procaci e precoci
veloci e veraci
pernici e batraci
Cari amici, fenici e mariaci
coi mici e le bici
le noci e voilà

Cari amici la vera questione
E legare la scienza, l’amore e l’azion
Cari amici la vera questione
E legare la scienza, l’amore e l’azion

C’è troppa informazione
e poca verità
c’è troppa religione
e poca eternità
tanta popolazione
e poca umanità
e c’è la trasgressione
ma senza la libertà
senza la mia libertà ah ah ah ah

Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh
Ueh Ueh Ueh Ueh Ueh

Cari amici mordaci e salaci
matrici e motrici
fallaci e feraci
Cari amici felici e feroci
capaci e rapaci
sagaci e seguaci
Cari amici che fate le veci,
dei veci valori del tempo che fu

Cari amici la gente è intronata
Più morta che nata non penserà più
Cari amici la gente è intronata
Più morta che nata non penserà più

C’è la legislazione
senza la civiltà
c’è la riproduzione
senza paternità
e c’è l’occupazione
senza la dignità
c’è un po’ d’autonomia
senza femminilità
senza femminilità ah ah ah ah

Patrizia lavorava all’Olivetti [oilalà]
Pensava solo ai soldi e alla carriera [alla carriera]
Per il computer trascurò gli affetti [oilalà]
Restava sempre lì finché una sera [una sera oilalà]

Le arriva un fax le arriva un fax [fax fax]
Fuori orario a lei gli arriva un fax [ai fax]
Le arriva un fax le arriva un fax
Fuori orario lei ci arriva un fax

Sul foglio c’eran solo tre parole [oilalà]
Un dolce e irresistibile richiamo [un bel richiamo]
Un piccolo messaggio personale [oilalà]
Un numero di fax e “io ti amo” [io ti amo oilalà]

Ma che bel fax ma che bel fax [fax fax]
Lei è felice col suo bel fax [ai fax]
Ma che bel fax ma che bel fax
Lei è felice con il suo bel fax

A quell’innamorato misterioso [oilalà]
Patrizia manda un fax e poco dopo [poco dopo]
Ci fu uno scambio e un dialogo amoroso [oilalà]
Con tanti disegnini di ogni tipo [di ogni tipo oilalà]

C’è chi crede nella scienza
C’è chi crede all’intuizione
C’è chi crede con speranza
All’intelletto e alla ragione
Che son tutte cose giuste
Cose oneste
Cose buone

C’è chi crede nei neutrini
C’è chi crede nel protone
C’è chi ha fede nelle mille particelle
Proprio quelle
Che son roba interessante
Da studiare per il mondo
Per il bene della gente

Fin quando non c’è nessuno
Fin quando non c’è nessuno

C’è chi ama l’aviazione
C’è chi è buono come il pane
C’è qualcuno che è convinto che
L’Italia sia finita dopo il Po
C’è chi crede come può

E il gioco, il gioco
E poi c’è il gioco (ad lib.)

C’è chi crede alla famiglia
C’è chi crede alla chitarra
C’è chi crede alla sua terra
C’è chi crede nella fede
Nel decoro
Nell’audacia

Nella Bibbja e nella guerra
Nella Bibbia e nella guerra

Fin quando non c’è nessuno
Fin quando non c’è nessuno

C’è chi crede ai convegni
Alla logica e anche ai sogni
Al bioritmo, a san Francesco e poi
Al cinema tedesco, alla morale
E anche a togliere il latino dalle scuole
C’è chi crede all’egoismo, a fare i soldi
C’è chi crede a Garibaldi
C’è chi crede ai generosi
Alle scuole alberghiere, ai giapponesi
All’oroscopo, ai marziani, alle lotte degli indiani
Allo spirito dell’uomo in movimento
Al Risorgimento

E il gioco, il gioco
E poi c’è il gioco (ad lib.)

C’è chi crede nel progresso
Nei confronti di se stesso
C’è chi crede
Chi si evolve
Con l’esterno
Che in eterno
All’interno
Si risolve

E il gioco, il gioco
E poi c’è il gioco (ad lib.)

Il sogno, il sogno, il sogno
Devo ricordarmi sogno
Il piacere mi ha portato via

Il sogno, il sogno, il sogno
Chissà come ho perso il segno
Che portava dritto a casa tua

Sarà il futuro che sparava a zero
O questo tempo che non sembra vero
Sarà la mente che a volte mente

Amore amaro, mare di Maria
Non so più dove butta l’anima mia
Mentre la mente semplicemente
Volò via, volò via

Il sogno, il sogno, il sogno
Non so dove ho messo il sogno
Il disegno della vita mia

Il sogno, il sogno, il sogno
L’ho perduto e ne ho bisogno
Per guarire dalla malattia

Amica, avresti mica quella rosa
Che ti diedi dodici anni fa
In quale libro sta ad aspettare?

Sora arso raso sarò rosa
Sarai sposa generosa senza posa
Mentre la mente semplicemente
Si riposa, si riposa

Nel segno del sogno
Nel segno del sogno

Spesso l’amplesso ti lascia perplesso
Il sesso lo stesso ti lascia di sasso
Adesso se posso ti salterò addosso, “ragasso”
Che spasso!
Da un lasso di tempo
Non c’è via di scampo
È un lusso il sesso per noi

Ehi molla l’osso! In tasca c’ho un asso
Di picche che pacche sul cuore
Spesso l’amplesso è un grossissimo spasso
Se posso io passo di lì

L’ultima volta che hai fatto l’amore
È stato in una vita precedente
Eri incarnato in un principe rospo
Così non ti ricordi quasi niente
L’ultima volta che hai fatto l’amore
Uoh, uoh

L’ultimo uomo che ci ho fatto l’amore
Non era mica un’anima incarnata
Era un fantasma superdotato
L’ho abbandonato per questa nuova vita
L’ultima volta che ho fatto l’amore
Uoh, uoh

Ehi molla l’osso! In tasca c’ho un asso
Di picche che pacche sul cuore,
Spesso l’amplesso è un grossissimo spasso
Se posso io passo di lì

Nell’edizione serale
Del telegiornale
Maremma maiale
C’è il PIL che discende
C’è il tasso che sale
Il greggio che rende
E c’è chi si arrende
Al proporzionale

La Salva-Previti
Lo spalma debiti
La Par Condicio
L’abuso d’ufficio
La legge Cirami
Pulisce per bene le mani

La Salva-Previti
Lo spalma debiti
La ex Cirielli
Fa belli d’Italia i monelli

Mentre a Pechino
Dollaro soffre un pochino
Proprio a Parigi
Incendiano quartieri grigi e mogi
Ad Elisir hanno in diretto operato
Per le emorroidi
Mio cognato
Renato, peccato!

La Bossi-Fini
Persegue i bambini
Punibili frutti
D’amor clandestini
Che nascono sopra i traghetti
Nei ghetti, tra ratti, tra botti
Son rotti e strafatti dai detti
Di Pera e Casini

Mentre Bin Laden
Promette ai guerrieri
Nell’Eden
70 Vergini
Chissà come cazzo le trova?
(Forse le chiede a Raoul Bova)
Oh, oh, oh, oh…
Chissà come cazzo le trova?

Benedetto Noè che fe’ la vigna
Che fece l’omo felice e beato
A chi non piace il vin venga la tigna
Io per Dio non sarei mai indignato

L’olivo s’affida al vento per fiorire
Le marginette alle donnette sole
Cantare parole su parole
Mangiare la terra con il pane
L’olivo s’affida al vento per fiorire
E a volte a parte a qualche insetto impuro
Ma il plurimo investitor di seme è il maschio
D’omo con le su’ cesoie
Che liscia, infetta e spera
Uova d’anatroccolo, di pero e s’autosessa

Benedetto Noè che fe’ la vigna
Che fece l’omo felice e beato
A chi non piace il vin venga la tigna
Io per Dio non sarei mai indignato

La ragazzina stava con la faccia attenta e seria
Abbarbicata con le sue manine al vetro
D’un bicchiere di vino così come
Ai ragionamenti implumi del maggiorenne astemio
Se fra di loro da subito fu amore
Non spetta a me né a questa storia dire
Io so soltanto che tra lor si respirava
L’aria che c’è tra venditori e vinti

Benedetto Noè che fe’ la vigna
Che fece l’omo felice e beato
A chi non piace il vin venga la tigna
Io per Dio non sarei mai indignato

È lenta l’agonia col telefonino
Più lenta che l’Atomica o un’invasione di pidocchi
È un fuoco dolce, uno sfrigolio continuo
Che un annerisce l’aglio, ma insapora
È il madido dolor della gengiva
È il rame della pila sulla lingua
È un’unghia decollata troppo in fondo
È il fastidio di riempire il lungo tempo
Che separa il primo stupido sorriso
Dall’ultimo pentito pianto

Benedetto Noè che fe’ la vigna
Che fece l’omo felice e beato
A chi non piace il vin venga la tigna
Io per Dio non sarei mai indignato

Anticamente, durante il Maggio fiorentino, gli stornellari toscani cantavano le arie della Pia dei Tolomei per le strade e nelle osterie. Questa quartina veniva usata come intercalare tra una strofa e l’altra delle arie e sollecitava astanti ed avventori a riempire il bicchiere del cantore se volevano continuare a godere della sua bravura.

Il possesso grande vuol dire avere tutto di diritto
Per diretto sentimento
Verso il verso unico dell’unico universo
È diverso dal potere temporale
E potere fare un temporale con la forza del pensiero
Dono raro per davvero
Ero in preda al tempo, tempo male percepito
Meno male
Che mi sono risvegliato

La modestia calma la mia bestia corporale
Vale oro puro pure a quanto pare
Fare tanto, dire poco
Non baciare scrivere d’amore
Detestare il testamento

Mento quasi niente se non fosse per la mente
Che lo dice la parola stessa
Mente
Mentre guardo nubi di pensieri son bisogni
Sono segni degni
Dei disegni sogni

La modestia rende agevoli e piacevoli le ore
E le ore più tranquille scaturiscono il fervore
Per favore non cercare di piacere
Ma di dire cose vere
Più sincere

Per cambiare pezzo a pezzo questo mondo pazzo pazzo
Senza farti troppo il mazzo

Il seguire può servire per non mettere davanti
Al carro-vita solo i casi tuoi
Ti conviene sistemare dietro i buoi…
Se puoi

Le Stelle delle mille situazioni della vita
La mano dei Tarocchi questa sera spegnerà
La mano dei Tarocchi che quest’oggi s’è giocata
Le mille situazioni della vita accenderà
Le mille situazioni della vita spegnerà
Le mille situazioni della vita accenderà

Ma se me l’avevi detto, che arrivavi all’improvviso
Che ne so’ anche un telegramma, dalla pancia di tu’ madre
Sì, è una vita che t’aspetto, ma un popo’ di preavviso
Tipo “Oh te, io sto arrivando”… Stop…. “Te sei pronto a esse’ padre?”

Se son pronto? Se mi preme? Delafia ‘un vedevo l’ora
È una vita che mi logro, da quant’è ‘un me lo riordo
T’ho aspettato come il seme, quando ariva primavera
T’ho aspettato come un treno che ha vent’anni di ritardo

Sì lo so ci vol del tempo, te però datti una mossa
Nove mesi en troppo lunghi, ma ‘un poi fa un popoino meno
Sniffa un soffio di Libeccio, che ti dia un popo’ di scossa
Se la tu’ cicogna è lenta, imbricca al volo su un gabbiano

C’ho da fatti vede’ un posto, che ‘un ti poi mai immaginare
Che se prima ‘un te lo spiego ‘un potresti mai capi’
Te sei li che tocchi i monti, poi ti giri e sei sul mare
C’ho da fatti vede un posto… E io e tu’ ma’ siam nati lì

Ti farò vedere, dove il sole s’agghiozzava in fondo al mare
Dove i bambori in braette si tuffavin dagli scogli
E gli sciabigotti a riva con la rete da tirare
Per vede’ di rimedianni du’ ce’ale alle su’ mogli

Vedrai il viale con i tigli dove c’erin le signore
La più giovane era vella che svezzò Dante Alighieri
Te ni davi du’ palanche e t’insegnavino l’Amore
Ma po’ te ti spaventavi e le spendevi da Rizzieri

Ti farò vedere vecchi maghi, di velli che fanno paura
Che dan vita a un mascherone, che ni fan move la testa
Velli che un c’han la bacchetta, ma i pennelli e la pittura
E la magica pozione che si chiama cartapesta

Vedrai gente un popo’ grezza, gente nata un po’ alla bona
Gente anarchica e ribelle mai a piglia’ vel che conviene
Che va in culo anche al caviale per du’ etti di pattona
Ma se ‘un ni rompi i corbelli che sa fa’ anche a vole’ bene

Ti farò vede’ la mi’ vela che a fa stiaffi con il vento
Mi straccò lì in riva al mare, dove ci incontrai tu’ madre
Tutte ‘ose di Viareggio, che m’ hanno insegnato tanto
Che m’hanno insegnato a vive’ e chi lo sa… Anche a esse’ padre

Adesso cerco te che sei sempre più bella e misteriosa
Fiorita è la tua mimosa che profuma tutta la mia anima
La tua anima
Allora apro gli occhi lentamente, sei proprio come immaginavo
Lo so, lo so, la vita tua è una stella filante
Ma se ti fanno un torto o hai paura di invecchiare…

Viareggio, aspettami un secondo
Respira bene a fondo
Che arrivo in un momento
Viareggio un soffio di libeccio
Sarà sempre il tuo vento
E il nero sarà blu

Adesso vedo te che da sempre ti conosco come casa
Non è che forse hai paura lì dietro quella tua mascherina
Allora apro gli occhi, lentamente sei proprio come io t’immaginavo
Lo so la vita tua è una stella filante
Ma se ti fanno un torto o hai paura di invecchiare…

Viareggio, aspettami un secondo
Respira bene a fondo
Che arrivo in un istante

Viareggio, soffio di libeccio
Sarà sempre il tuo vento
E il nero sarà blu…
Viareggio un soffio aspettami un secondo
Respira bene a fondo
E il nero sarà blu

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Mamma, mamma, mi porti al Carnevale
Che m’hanno detto tutti è un mondo d’allegria
Come dentro al Paese dei Balocchi
Tutto quello che tocchi è frutto di magia
Presto, presto che voglio anche incontrare
Le maschere d’Italia
Pantalone, Pulcinella, Colombina e Stenterello
Ma anche quello che mi guarda col cappello
Con il sorriso di un pagliaccio
Sembra quasi che m’abbracci

[Figlio mio, quello è Burlamacco
La maschera di Viareggio]

[La maschera di Viareggio?
Ma come?
Abbiamo una maschera così bella
E non me l’hai mai detto?

Mamma…Burlamacco!]

Burlamacco, Burlamacco
Ma perché senza di te divento matto?
Io ti guardo esterrefatto
Sono certo che non vivo senza te
Burlamacco, Burlamacco
Io mi guardo in giro e vedo solo te
Tra le maschere del mondo
La più bella sei per me

Bianco e rosso, con un mantello nero
Oh mamma com’è bello, mi sembra che sia vero
Vorrei tanto saper chi l’ha creato
Chi sarà mai l’artista che ce l’ha regalato?
Mamma guarda lassù sul bandierone
Sopra la piazza sventola
Tra il mare e la fontana
Che emozione, quanta gente che lo applaude
Ma ora mamma che succede?
Sembra che si fermi tutto
Ma perché lui non c’è più?

[Figlio mio
Oggi è l’ultimo giorno di Carnevale
E la bandiera tirano giù
Ma non ti preoccupare
Non piangere
Vieni qua
Un altr’anno Burlamacco tornerà]

Burlamacco, Burlamacco
Ma perché senza di te divento matto?
Io ti guardo esterrefatto
Sono certo che non vivo senza te
Burlamacco, Burlamacco
Io mi guardo in giro e vedo solo te
Tra le maschere del mondo
La più bella sei per me
Tra le maschere del mondo
La più bella sei…
Per me!

“Piacere dottor Ansano Guinigi
Logopedista caro appestato
Mi esponga pure il problema che l’assilla”

Scusi dottore ho un problema molto grave
Io so parlare, ho un eloquio eccezionale
Ma la lingua si attorciglia ed il panico mi piglia
Se pronuncio a voce pura la città dentro le mura

Di lavoro son cantante ho la voce assai squillante
Se la canto tutta insieme la parola mi vien bene
Ma che guaio, oh dottore, quando smetto di cantare
E pronuncio sconsolato la città del buccellato…

C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Mi si attorciglia un po’ lingua
E mi vien fuori un po’ così
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Te lo giuro ‘un faccio apposta
E mi vien fuori un po’ cosi’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Mi si attorciglia un po’ lingua
E mi vien fuori un po’ così
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Te lo giuro ‘un faccio apposta
E mi vien fuori un po’ cosi’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

Grazie dottore, esco e leggo la ricetta
Prima e dopo i pasti devo andare in bicicletta
Fare un giro sulle mura, comperare buccellato
Dire sempre “io lai” e i quattrini ‘un spende mai

Io c’ho provato e mi sono anche impegnato
Ho girato fino a sera la città della pantera
Ma tornando qua dal monte e a vede’ la mi’ Viareggio
M’è tornato quel difetto e ne sono anche contento

C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Mi si attorciglia un po’ lingua
E mi vien fuori un po’ così
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Te lo giuro ‘un faccio apposta
E mi vien fuori un po’ cosi’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Mi si attorciglia un po’ lingua
E mi vien fuori un po’ così
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Te lo giuro ‘un faccio apposta
E mi vien fuori un po’ cosi’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

“Popò viareggino sboccato sai che ti dio?”
La paranza, la paranza, a Viareggio c’avete la paranza
Tutta piena, bella piena di rena e d’ignoranza

Qual è quella città ch’en tutti tirchi d’ammazza’?
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
C’hanno i serpenti in tasca così han la scusa per un paga’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
Proviamo a dirlo insieme tutti in coro senza canta’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Mi si attorciglia un po’ lingua
E mi vien fuori un po’ così
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!
C’ho un difetto di pronuncia
E quando dico “Lucca”
Te lo giuro ‘un faccio apposta
E mi vien fuori un po’ cosi’
Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

“Oh viareggino sboccato ti faccio una domanda:
Qual è quella provincia che sovraintende a Marina di Lucca,
Terra di pesciai e di bagnini,
Quella città fra le mura più belle d’Italia
E con le processioni più lunghe del mondo
Per un parla’ di quel dolce chiamato buccellato
Che s’è di ieri è bono anco inzuppato.
Qual è, mi dici qual è la città?”

Prrrrrrrrrrrcccccccccca!

Guardo la città
Coi negozi aperti
Sono dentro un bar
Prendo qualcosa
Magari un caffè
Con le luci accese
Adesso cerco te

Però tu non ti fai
Mai trovare
Non capisco più
Dove ti devo cercare
Ho camminato giorni
E notti
Mi fermo solo quando
È sera…È sera…È sera…

È sera
Appena abbasso gli occhi è già sera
Ti scriverei qualcosa ma è già sera
L’orchestra ha già suonato ma è già sera
Crepuscoli di vita nella sera
Respiro la natura quando è sera
La luna si fa straniera

Seguo il tuo profumo
Vedo che sorridi
Per me
Ormai inutili sono
I tentativi
Riuscire ad averti qui
Con me
Soltanto un giorno
O per un’ora…Un’ora…

È sera
Appena chiudo gli occhi è già sera
Su tutte queste strade è già sera
E bevo un po’ di vino ed è sera
Crepuscoli di vita nella sera
E mangio margherite quando è sera
Ti penserò ancora stasera!

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

C’è chi si ispira ai carri di una volta,
a quelli tra i più grandi e giganteschi,
la bomba della pace,
il gran re del Baroni,
o Silvio che per mare se ne va.
Poi c’è la ballerina snodata più che mai
di Arnaldo con Lebigre e la Roger.

Noi siamo i carri più amati dai bambini
siamo i carri in miniatura,
tra tutti siamo quelli più piccini
nella sfilata noi facciam figura.

Siamo tanto allegri e spensierati,
meccanismi ben oliati,
non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’amozione.
Non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’emozione.

Li trovi tutti lì in via Paolo Savi
da undici maghetti sono nati, eccoli qua:
Ghiselli ed il Santini
Benedetti e poi Cinquini,
riscaldano i motori, pronti via!
La Darsena è schierata,
via tutti in passeggiata,
inizia il nostro mini grande show.

Noi siamo i carri più amati dai bambini
siamo i carri in miniatura,
tra tutti siamo quelli più piccini
nella sfilata noi facciam figura.

Siamo tanto allegri e spensierati,
meccanismi ben oliati,
non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’amozione.
Non siamo oggetti da competizione,
vogliamo offrire solo un’emozione.

Scroscia poi spumeggia, poi prorompe e ti sconcerta
Poi sciaborda, ti sorprende e parla un po’ con te
Onda che rincorre un’onda
Un cane abbaia da laggiù
Due gabbiani in volo cercano il blu

Quando il mare di Viareggio è incazzato nero
Meglio stare zitti ed osservare questo film
Vittima io del regista
Attore non protagonista
Ascolto il mare impreca’

Ma che cos’ha questa città
Che ci fa canta’
Che ci travolge così
Forse il segreto chi lo sa
È chiuso in fondo al mar
Che ci scompiglia l’anima

Un frammento di giornale vola sulla spiaggia
Con il piede blocco a terra quella pagina
Leggo storie di violenza
Di egoismo e di viltà
Perché il mare un si dovrebbe agita’

Mentre tutti sono al caldo nelle loro case
Piene di certezze della quotidianità
Sono solo e sento freddo
L’inquietudine che è in me
Naufraga senza un perché

Ma che cos’ha questa città
Che ci fa canta’
Che ci travolge così
Forse il segreto chi lo sa
È chiuso in fondo al mar
Che ci scompiglia l’anima

Poi sarà estate e tutto cambierà
Io sarò molto ottimista e il sole splenderà
Ti amo Viareggio, ti amo e ti amerò
Specie d’inverno col mare che complice contemplerò

Io pensai al colore delle strade di Viareggio
Immagini dentro ai giornali oppure davanti ai miei occhi
Sono sempre sogni virtuali
È già arrivato il domani
Io pensai al molo, alla spiaggia di Tobino
Rivedo la sua farmacia all’angolo del mercato
Come dei ricordi che vivo
Sento il profumo del pino

Il silenzio mi circonda, lo sento
Come in un quadro di Viani
Vedo la forza del nuovo inverno
Nel tranquillo dormire dei gabbiani

Mi svegliai, era sera nel sapore del mattino
Tramonti che già sono stanchi
Soffia già il vento sul mare
Spinge l’autunno e l’estate
Oggi non so cosa fare

Il silenzio mi circonda, lo sento
Come in un quadro di Viani
Vedo la forza del nuovo inverno
Nel tranquillo dormire dei gabbiani

Scenderà la sera
Anche per chi se ne va
L’atmosfera ora so
È per chi nascerà

Il silenzio mi circonda, lo sento
Come in un quadro di Viani
Vedo la forza del nuovo inverno
Nel tranquillo dormire dei gabbiani

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

I muri e i divani
Hanno dei colori scuri
Sono pennelli e cornici
Appesi a fantasie…
Ombre di maschera

E cigola la porta
Per andare in cucina
Il fuoco dei fornelli
Brucia l’aria di allegria
E fa il volo dei gabbiani
Muovendo le sue mani
Riflesse dal giornale
E lavora anche domani

Contento se rimani
[È da un’idea dei colori in compagnia
Che nasce dentro di me
Una maschera bianca di latte e nera di caffè]

Ombre di maschera

Le mani sul cuscino
Sono nodi un po’ sciupati
Dal tempo e da quell’arte
Dei maestri calafati
Ombre di maschera

Gingilli nel salotto
Tra le foto dei bambini
Insieme ai vecchi carri
Del D’Arliano e del Pardini
E fa il volo dei gabbiani
Muovendo le sue mani
Riflesse dal giornale
E lavora anche domani

Contento se rimani
[È da un’idea dei colori in compagnia
Che nasce dentro di me
Una maschera bianca di latte e nera di caffè]

Ombre di maschera

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

È vero, credetemi è accaduto
Di notte in cima al molo
Guardando l’acqua scura
Viareggio addormentata
Le luci son laggiù

D’un tratto, Burlamacco alle mie spalle
Con Ondina, vestita da bagnante
Mi portò via dicendomi
Così

Meravigliosa
Ma come non ti accorgi
Di quanto Viareggio sia meravigliosa
Meravigliosa
Con il suo Carnevale
Non la potrai scordar, meravigliosa
Ma guarda intorno a te
Che doni li hanno fatto
Li hanno inventato il mare
Tutti dici “Non c’è niente”
Ti sembra niente il sole
La spiaggia, il molo
Meraviglioso
Il nostro Carnevale
Io amo solo lui, meraviglioso
Il carro sul viale
Coriandolo nel cuore
Il grande mascherone
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso

Ma guarda intorno a te
I carri che hanno fatto
Ti lascian senza fiato
Burlamacco sorridente
Lo scontro tra la gente
Lo abbraccio, lo amo
Meraviglioso
Il nostro Carnevale
Io amo solo lui, meraviglioso
La notte era finita
E lo sentivo ancora
Odore di salmastro
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso
Meraviglioso

https://youtu.be/qh7praNr82c

Porta a Porta, chi mai sarà?
Forse una stella nota del varietà,
forse un politico esponente di partito, o chissà?
Tanto poi finisce tutto in chiacchiere…
E allora
Porta a Porta, che mai sarà
se poi qualcuno a schiaffi si prenderà
con parolacce e insulti
questa è la TV che non va,
questa è la TV che non va.

È un salotto dove combattere,
dove non esistono regole
e Bruno Vespa placare dovrà
queste fiere di vanità.

Porta a Porta, chi mai sarà?
Forse una stella nota del varietà,
forse un politico esponente di partito, o chissà?
Tanto poi finisce tutto in chiacchiere…
E allora
Porta a Porta, che mai sarà
se poi qualcuno a schiaffi si prenderà
con parolacce e insulti
questa è la TV che non va,
questa è la TV che non va.

Donne-mito, star della fisica,
uomini di fama linguistica,
ma poi di colpo si rivelerà
la loro naturale realtà.

Niente più parate di estetica,
niente propaganda politica,
basta a questo fingere chi non si è
a questa fiera di vanità
questa è la TV che non va.

Porta a Porta, chi mai sarà?
Forse una stella nota del varietà,
forse un politico esponente di partito, o chissà?
Tanto poi finisce tutto in chiacchiere…
E allora
Porta a Porta, che mai sarà
se poi qualcuno a schiaffi si prenderà
con parolacce e insulti
questa è la TV che non va,
questa è la TV che non va.
Con parolacce e insulti
questa è la TV che non va,
questa è la TV che non va.

[Ho fatto un sogno
E ve lo voglio raccontare
Ero sul molo con Burlamacco
Quando a un certo punto mi guarda e mi fa:
“Ma te glieli hai auguri a mi’ pa’?”]

Ho detto sì, allora vieni, che sei pronto a volar
Dammi la mano, stai tranquillo, non ti devi preoccupar
Senti il libeccio come soffia, questo è il tempo di ballar
Ecco Viareggio, finalmente è arrivato il Carneval

Ti sembra un sogno e invece è la realtà
Il tempo passa e il sole se ne va
Ti sembra un sogno e invece è la realtà
È la magia di questo baccanal

Sale il libeccio, monta il mare ed io continuo a volar
Quei bamboretti mascherati si rincorrono sul vial
Vola coriandolo, la musica, il colpo di cannone
Ma questa sera ci vediamo tutti quanti al Rion

Ti sembra un sogno e invece è la realtà
Oh Burlamacco fammi anco sogna’
Il tempo passa e il sole se ne va
È la magia di questo baccanal

Ma quanta gente questa sera ancora in piedi ad aspettar
Che si concluda la magia di questo Carnevale
All’improvviso luce e botti, delafia che fragor
Oh Burlamacco sei la stella di tutti i nostri cuor

Ti sembra un sogno e invece è la realtà
Oh Burlamacco fammi anco sogna’
Il tempo passa e tutto finirà
Ma il Carnevale di nuovo tornerà
Ti sembra un sogno e invece è la realtà
Il tempo passa e tutto finirà
Ma il Carnevale di nuovo tornerà
È la magia di questo baccanal

Auguri papà

Mi sembri una signora
Un po’ elegante per un galà
Vestita con rispetto
Persino al banco del baccalà
Con il sole sul tetto
Cambia in Darsena stagione
È inverno al vialone
C’è il lavarone che ‘un se ne va

Ti chiamerò Viareggio guardandoti così
Mi basterà uno sguardo per riconoscerti
L’odore del salmastro sulla via Manin
E l’albero maestro e il tuo Liberty

In pineta mille ombre
Du’ bomboloni e mini golf
Un cigno bianco sul risciò
La villa Argentina
Sulla via Fratti
Dove stai tu
Sembra rinata appena
Di topi e gatti ‘un ce n’è più

Ti chiamerò Viareggio guardandoti così
Mi basterà uno sguardo per riconoscerti
L’odore del salmastro sulla via Manin
E l’albero maestro e il tuo Liberty

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Ho già pestato valche ciotta in via Pacinotti
[Mh, dovevino esse’ coperte dall’ombra de’ tetti!]
Vado a fare quattro passi in pineta
Sicuro di pulire le mie scarpe d’atleta
Voglio mangiammi un bombolone del Gatto nero
O un gelatone squacquarone da Nilo’s

E mentre c’è la fila che aspetta
Riecco che ripesto una ciotta
[Ripesti una ciotta, una ciotta]
Che dolore!
[Ripesti una ciotta]
Ma a Viareggio c’è
[Ma Viareggio c’è]
Ciò che piace a me
[Ciò che piace a te]
Sembra un biliardo dalle bue che scavalco!

[Ripesti una ciotta]
Alla Fondazione Carnevale
C’è gente diversa, alieni di un pianeta
Sconosciuto alla scienza
Ti trovino ‘l sistema di leva’ Burlamacco
Con la scusa di un forte colpo di vento
Ormai le strade son tutte rotonde!
A parte quella alla Torre Matilde

[Ripesti una ciotta]
Che per mostrar
[Che per mostrar???]
La voglia di sperimentare
L’han fatta di un profilo triangolare
[Triangolare!]
Ma a Viareggio c’è
[Ma Viareggio c’è]
Ciò che piace a moi
[Ciò che piace a toi]
Sembra un biliardo dalle bue che scavalco!

[Ripesti una ciotta]
Avrei voglia di beve’ un bel cappuccino
Ma se ‘un sto attento m’imbricca ‘l postino
Poi vedo un gabbiano che sbaglia il suo volo
Viene pescato da Arnaldo sul molo
Non ho avuto il tempo di fa’ colazione
E vado a prendemi un bel meringone

Ma se vai dalla Fauzia per un caffè
[Ripesti una ciotta]
Ti manderà in culo anco te
[In culo anco te!]

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Ho trovato una conchiglia sulla spiaggia
L’ho raccolta per non farla calpestare
Poi c’ho messo dentro un fiore
La sabbia del mio mare
E l’ho spedita a te
Ho raccolto una conchiglia sulla spiaggia
Perché quando vien l’inverno e sei lontana
Poco prima di dormire
La poserai all’orecchio
E sentirai il mare
Poco prima di dormire
La poserai all’orecchio
Ti parlerà di me

Tu che sei lontana da Viareggio
Io che vado solo in cima al molo
Un gabbiano ascolta questo canto
Plana, atterra e poi riparte in volo

Ho trovato una conchiglia sulla spiaggia
Chissà quante storie ha visto sotto il mare
I segreti degli abissi
Son come i nostri baci
Profumano di sale
I segreti degli abissi
Son come i nostri baci
Profumano d’amor

Io ti mando baci da Viareggio
Questa cartolina in bianco e nero
Come il vento forte di Libeccio
Spazza il cielo e porterà il sereno

Son passati tanti anni da quel giorno
E oggi sei la madre dei miei figli cari
Tu, con qualche ruga in più
Sorriso di salmastro
Bella come Viareggio

Anche oggi un po’ è scesa la sera su di me
C’è sempre tanta gente sul ponte girante come te
Vedo barche posteggiate lungo il molo già alle tre
Tu non crederesti a quei volti, ai gesti che trovo
Qui all’angolo di casa
O andando a far la spesa
Incontro chi vuoi tu
Anche la Robertona
Sul sellino rinforzato
Sella sua biciclettina
È un sogno in una piazza
Che non se ne va via

Ma resta nei miei occhi
Tra le risate del Baiocchi
(Qui c’è anche una pineta tra i monti e il Margherita)
Se tu venissi qui vedresti
Sotto il cielo i giocattoli
Di una città che ha un nome vero
Si chiama Viareggio

Proprio accanto a me
Passerà Moschino
C’è un caffè
Passa Ventofino con il suo giubbotto in Darsena
Viene a prendere il Libeccio
Con gli occhiali su di sé
(E si tiene il suo cappello e fa un’ombra su Viareggio)
Qui diventi una rotonda
Qui in via della Gronda
E non sul mare ma
In piena Migliarina
Anche se starebbe meglio
A palafitta sulla rena

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
Sabbia di stagioni passate col vento
Che porta un’estate e poi se ne va
Sembra si perda ma mi riscalda
Come un fuoco basso dorato
Che lascia quel gusto salato a questa città

E sul molo navigo
E approdo da te
Senza vele
Sentirò la tua voce

Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
Sabbia di stagioni passate col vento
Che porta un’estate e poi se ne va
Sembra si perda ma mi riscalda
Come un fuoco basso dorato
Che lascia quel gusto salato a questa città

Una nave resta là
Viola è il cielo laggiù
Sullo sfondo
Lampo che farà luce
Il mare tace

Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
Sabbia di stagioni passate col vento
Che porta un’estate e poi se ne va
Gente che invecchia, mare che stracca
Stracca un lavarone bagnato
Che sembra un racconto pensato e lasciato a metà

Viareggio sabbia, Viareggio sabbia
Sabbia di stagioni passate col vento
Che spazza le strade e poi se ne va

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Vieni qui da noi
Quando vuoi
Puoi portare tutti gli amici tuoi
Quando questa piazza
Si veste di gente
Tu sarai un punto solo solamente
Ti stupirai

Scivola la sera
Su di me
Vado al rione, vengo con te
Perla del Tirreno
Bella mascherina
Non c’è solo il mare, non c’è solo il clima

Qui è Carnevale
Qui è Carnevale
Dalla sera alla mattina

Grida forte, ancora!
Questi siamo noi
Tutti in fila indiana
Sui viali a mare noi
Gente coi coriandoli
Dentro queste vene
Siamo tutti matti per quattro settimane
Vieni qui da noi (Vieni qui da noi)
Vieni qui da noi (Vieni qui da noi)
Vieni qui da noi (Così vedrai)

Vieni qui da noi
Quando vuoi
Non aver paura di Angiò
La nostra ricchezza
È proprio quel mascherone
Sento una canzone che parla di blu
Balla un po’ e la paura non c’è più

Apri gli occhi, forza
Fai come noi
Guarda i nostri carri tutti in fuga e poi
Tori e mostri neri
Quasi in riva al mare
Che muovon gli occhi e cercano di volare
Sopra di noi
Sopra di voi
Vieni, vieni…Vieni qui da noi

Canzone contenuta nell’album “Sinfonia viareggina”

Link utili

  • La tabella con tutte le canzoni del Carnevale di Viareggio la puoi trovare a questo link.
  • L’albo d’oro delle canzoni del Carnevale di Viareggio è riportato in questa pagina.
  • I testi dei Festival di Burlamacco li potete trovare in questa pagina.
  • I testi degli altri concorsi canori degli anni 2000 li potete trovare in questa pagina.